“La gente viene da noi perché ci conosce bene e ha voglia di bere un buon drink: non capita qui per caso”. Così racconta Vittorio Rosso, classe 1998, bartender alla regia de La Reserve a Torino. Un locale dall’anima riservata, come svela l’insegna, che raccoglie un pubblico di affezionati in zona Crocetta, un quartiere residenziale del capoluogo piemontese, lontano dalla movida cittadina. “Il nostro è un locale elegante, ma allo stesso tempo accogliente e intimo”, racconta il giovane mixologist. I suoi drink saranno i co-protagonisti del secondo appuntamento di Tra Fuoco & Ghiaccio - Pizze & Cocktail d'autore, un ciclo di sei cene voluto da S.Pellegrino e Acqua Panna, in cui l’arte bianca incontra il mondo della mixology. Il secondo appuntamento si terrà il 7 novembre negli spazi di Giolina a Milano. Qui, per l’occasione, Rosso verrà ospitato per preparare quattro cocktail che verranno abbinati ai lievitati di Danilo Brunetti, il pizzaiolo di casa, per un percorso inedito, all’insegna del pairing.
Una cena-evento perfetta per scoprire la filosofia de La Reserve, un locale nato dieci anni fa dalla passione di un gruppo di amici per il bien vivre, là dove un tempo sorgeva lo storico Abrevoire. Abbiamo intervistato Vittorio Rosso per conoscere meglio questa realtà: ecco cosa ha raccontato a Fine Dining Lovers.

Kyoto Fisso, un signature cocktail di Vittorio Rosso
Una piccola anticipazione sull'evento del 7 novembre: come è stato concepito il pairing con le pizze di Giolina?
Ci siamo trovati subito d'accordo con Danilo Brunetti, il pizzaiolo di Giolina: semplicità e valorizzazione della materia prima sono i punti di contatto che ci hanno ispirato per il menu della serata. Tutti i cocktail che proporremo girano attorno a tre ingredienti: una parte alcolica, un cordiale e un sodato. Il primo drink, abbinato alla pizza al padellino con stracciatella e puntarelle, alici, mortadella di cinghiale e zest di limone, sarà Ti-va? preparato con liquore al tè, mastika greca, lime e Ginger Beer Sanpellegrino: un drink sgrassante, antiossidante, molto fresco e beverino; la Marinara ai 4 pomodori la abbineremo al Si va in scena, con bitter alle fave di cacao, vermouth al caffè, Perrier: un drink che va a bilanciare l’acidità dei pomodori con la rotondità del cacao e la parte tostata del caffè; Anduma Torino, invece, è un cocktail a base di gin, con cordiale di cappero, menta e timo (che dona sapidità, balsamicità e freschezza) e topping di Perrier, che verrà proposto in abbinamento alla Diavola, proprio perché si sposa bene con la nota piccante di questo lievitato; la pizza Autunno, con crema di zucca e Gorgonzola, la abbineremo invece a Kyoto Fisso, un best seller de La Reserve, a base di vermouth al ciliegio giapponese e violetta toscana, Tonica Rovere Sanpellegrino, bitter alla genziana, profumo di rosa damascena: un altro drink low alcol, che si rifà all’aperitivo piemontese, con una bevuta floreale, amaricante e profumata. Un miscelato digestivo, con un bouquet perfetto per chiudere la serata. Con una particolarità: i colori di questo drink richiamano il tramonto giapponese.
Conosciamoci meglio: come ha iniziato e quali sono stati i suoi punti di riferimento professionali?
Ho iniziato giovanissimo a fare questo mestiere, quasi per necessità, all’età di 17 anni. Avevo bisogno di lavorare, ma ho trovato una vera passione in questo lavoro: posso esprimere la mia creatività, sono empatico e mi piace il contatto con la gente. Amo lo sport e trovo che il lavoro del bartender abbia uno sviluppo analogo, perché con l’allenamento dà possibilità di crescita. Ho iniziato come cameriere in una caffetteria, nel frattempo mi pagavo un corso di bartender a Torino, quindi sono passato a lavorare in un ristorante brasiliano, dove ho preparato migliaia di Margarita. Poi sono sono passato allo Smoking Bar, quindi a La Reserve, nel 2018: ho creduto molto in questo progetto, il mio socio mi ha aiutato a focalizzarmi sugli obiettivi della ristorazione, perché oltre ai bei drink ci devono essere bei conti. Sui social vedevo come lavoravano grandi professionisti quali Fabio Angiolillo, Patrick Pistolesi e Bruno Vanzan, e mi sono ispirato proprio a queste figure, per il modo di miscelare, per il marketing, ma anche per la promozione della propria immagine. Faccio riferimento a loro.
Qual è la filosofia alla base della drink list de La Reserve?
Drink con pochi ingredienti, facilmente comprensibili per il cliente, ideati con un concetto di replicabilità, perché bisogna sempre trovare il giusto compromesso tra qualcosa di complesso che allo stesso tempo sia afferrabile da tutti. Semplicità e valorizzazione della materia prima sono i criteri che ci guidano da sempre, per mettere al centro il cliente e non il nostro ego. La drink list, dunque, deve essere empatica: bisogna arrivare all’ospite, ma senza complicargli la vita. Noi abbiamo circa dieci signature, una lista di sei best seller che non cambiamo mai e che rappresentano i nostri classici. A breve uscirà la nuova drink list, chiamata Young, Wild and Drunk, che riprende la canzone Wild, Young and Free di Snoop Dogg e Wiz Khalifa: una carta che dona spensieratezza al cliente, spiritosa e accattivante.
Qual è il signature cocktail da assaggiare la prima volta che si viene a La Reserve?
Kyoto Fisso, perché è il fulcro del concetto di quello che siamo: semplicità, eleganza e versatilità, ma anche perché è adatto a tanti palati. Da provare pure Miele che poi diventa sale (che riprende il verso di un brano di Gigi D’Alessio) a base di whisky torbato, miele, limone, aria di sale: richiamiamo la sapidità del whisky con l’aria di sale, mentre il limone dà la parte agrumata che va a riequilibrare il gusto.
Sogno nel cassetto e/o progetti futuri?
Ampliare il business e aprire altri locali La Reserve a Torino, ma anche al mare. Entrare a far parte di importanti classifiche come la 50 Best resta un sogno: facendo una metafora calcistica, per noi è importante fare sempre un bel campionato.