Si chiama rafano, ma anche cren o barbaforte, e si tratta di una radice dal sapore pungente tipicamente presente nella cucina triestina. Ottimo come accompagnamento per il bollito, il rafano si può utilizzare anche grattugiato per guarnire piatti e insaporire salse. Ottimo con il prosciutto cotto, il rafano contiene anche numerose proprietà nutrizionali. Scopriamo insieme questa radice antica che sta tornando nella cucina pop contemporanea.
Cos’è il rafano
Il rafano rientra nella categoria dei rizomi (come lo zenzero) e si tratta di una grande radice bianca a forma allungata e cilindrica. Il rafano appartiene alla famiglia botanica delle crucifere, le sue foglie superficiali sono oblunghe e seghettate. La radice del rafano, cioè la parte commestibile, può raggiungere anche una lunghezza di 70-80 cm. La raccolta del rafano avviene in autunno e si raccolgono piante di circa 2 anni di età.
Che gusto ha il rafano
Il sapore del rafano è inconfondibile. Molti lo definiscono banalmente piccante, ma il gusto della radice di rafano racchiude sentori ben più complessi. Si tratta di un sapore pungente, deciso e persistente. Se dosato con equilibrio, il rafano esalta i sapori di altri ingredienti (delle carni soprattutto) e li rende più interessanti e complessi al palato. Il gusto del rafano racchiude anche una venatura aromatica.
Tipi di rafano

Le tipologie di rafano sono davvero tantissime e molte arrivano dai paesi dell’est e addirittura dall’estremo Oriente (basta pensare al wasabi, la salsa con cui si accompagna il sushi giapponese). Esistono diverse varietà di rafano bianco e rafano nero, ma tutte si possono raggruppare in tre tipologie principali:
- Rafano: è la tipologia più comune e ha una polpa spessa e carnosa. Il gambo di questo rafano è alto e dritto. Lo troverete con facilita in tutta Europa e in Asia Occidentale.
- Katran: questa tipologia di rafano cresce più verso la costa. Ha un gambo corto e una radice cilindrica spessa massimo 10 cm di diametro. Il suo sapore è più delicato rispetto a quello del rafano comune.
- Eutrema: si trova nella parte artica e alpina dell’Europa e del Nord America. La specie più famosa di questa tipologia è senza dubbio il wasabi. Si tratta di una radice ramificata dalla pianta rampicante con foglie arrotondate.
Benefici del rafano
Sono molte le proprietà del rafano, tra cui quelle antibatteriche e antinfiammatorie. La radice del rafano aiuta la digestione poiché favorisce la produzione di bile e succhi gastrici. Perfetto in caso di raffreddore e malanni respiratori stagionali. Il rafano è ricco di vitamina C e per questo rinforza le naturali difese immunitarie dell’organismo. In caso di dolori di diverso genere, il rafano funzionerà come analgesico. Contrasta la ritenzione idrica e regola la pressione, essendo ricco di potassio agevola la circolazione sanguigna. Si tratta di un potente antiossidante naturale e si consiglia l’assunzione delle diete detox. Come molti alimenti piccanti, anche il rafano accelera il metabolismo e aumenta il senso di sazietà.
Ricette con il rafano
Rotolini di pesce con rafano, cavolo e salsa allo zenzero
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Insalata con uova di quaglia, rafano e germogli
Una ricetta fresca con uova di quaglia: un'insalata con germogli di barbabietola, rafano di sapori nordici, semplici ma sofisticati. Qui trovate la ricetta completa!
Crocchetta di rafano alla curcuma e profumo di gelsomino
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Rafano al cucchiaio
Il rafano è protagonista di questa ricetta vegetariana firmata dallo chef Davide Oldani: rafano al cucchiaio, un esclusivo antipasto che potrete preparare a casa leggendo la ricetta qui!
Rafano: controindicazioni
Sebbene abbia numerose proprietà, il rafano ha anche qualche controindicazione. È sconsigliato il consumo eccessivo di rafano in caso di ulcere e gastrite, gravidanza e allattamento e patologie delle vie urinarie.