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cavatelli crudi the bear

Foto: Claudia Concas

Ma i cavatelli di The Bear si possono davvero preparare in meno di 3 minuti?

La risposta forse non ti piacerà, ma ti diciamo anche che siamo qui per aiutarti a vincere la sfida, passo dopo passo.

The Bear è la serie che ha conquistato critici, chef e food lover di mezzo mondo con una trama tesa, affamata e colma di passione (e stress) per la cucina. Creata da Christopher Storer, è uscita per la prima volta su Hulu (poi Disney+ in Italia) nel 2022 e ha come protagonista Jeremy Allen White, che interpreta Carmen “Carmy” Berzatto, giovane chef di alto profilo che, dopo la morte del fratello, torna a Chicago per gestire la paninoteca di famiglia. Da lì, un crescendo di pressioni, sogni, brigate in formazione e pasti da reinventare, in un continuo gioco di resistenza tra trauma, talento e tecnica.

La serie ha fatto breccia nel cuore dei foodie perché non romanza la cucina: la racconta per quello che è. Un campo minato di tensione, bellezza e sacrificio, condito con gesti quotidiani che diventano poesia – o incubo. Ed è anche per questo che siamo arrivati a questa terza stagione completamente affamati di sapere gli sviluppi.

Questa volta, la trama si addentra ancora di più nei vissuti personali dei personaggi, nel passato e nei legami non risolti. Vediamo le prove, i limiti e le conquiste della brigata, tra flashback, nuove sfide e l’obiettivo sempre più concreto della stella Michelin.
No, non vi diremo come va a finire. Perché gli spoiler, come la panna nella carbonara, qui non li vogliamo.

I cavatelli di The Bear

In questa stagione, i cavatelli diventano quasi un simbolo (o forse l’unico riferimento al cibo). Li vediamo nelle mani di chef Tina, uno dei personaggi più umani e tosti della serie, che si mette alla prova cercando di prepararli in meno di 3 minuti, per garantire un servizio di livello stellato.

Spoiler minimo ma necessario: Tina non ce la fa. Finché c’è il timer a opprimerla, qualcosa si inceppa. Poi succede una cosa: uno dei nuovi arrivati, un pasticcere esperto e vecchio collega di Carmy, le chiede un piatto di cavatelli solo per sé. Nessun servizio, nessuna pressione. E lei riesce.

Tre minuti. Puliti.
La domanda ora è: si possono davvero preparare dei cavatelli, con salsa e mantecatura, in meno di tre minuti?
La risposta è sì… ma solo se avete la linea pronta (come dicono in gergo quelli bravi). 

cavatelli cotti the bear

Cronometro alla mano: il nostro test

Per i lettori di Fine Dining Lovers, abbiamo testato la sfida. Abbiamo preparato in anticipo sia la pasta fresca che la salsa – esattamente come farebbe una vera brigata.

La salsa

Sembra semplice, ma non lo è. Si parte da pomodori freschi, meglio se di due o tre varietà. Vanno sbollentati, raffreddati in acqua e ghiaccio, pelati. Si aggiungono poi a un soffritto d’aglio (sì, c’è una scena in cui Carmy chiede se “sa troppo di aglio”, quindi possiamo intuirlo), si sala, si cuoce per 40 minuti a fuoco basso.
Una volta cotta, si frulla e si passa al colino a maglie fini: serve una crema liscia, profonda, che sappia di sole ma anche di concentrazione.
La salsa, quindi, si prepara in anticipo. E già questo richiede manualità e pazienza.

La pasta

I cavatelli sono una pasta fresca tipica del sud, spesso quindi a base di semola rimacinata, acqua calda, un filo d’olio e un pizzico di sale. Si lavora l’impasto per 10 minuti, poi lo si lascia riposare almeno 20 minuti (anche se trattandosi di pasta senza uova, questo riposo si potrebbe saltare). Da lì si ricavano dei vermicelli di impasto, spessi circa 5-6 mm, che si tagliano in tocchetti e si trascinano su un riga gnocchi, questo è quello che intuiamo vedendo il formato di pasta nella serie.
Anche qui: non si improvvisa. Ma una volta pronti, si può partire col cronometro.

La prova dei 3 minuti

  • Minuto 0: acqua bollente salata, tuffiamo i cavatelli.
  • Minuto 1,30: essendo molto sottili dovrebbero essere cotti.
  • Minuto 2: in una padella, scaldiamo la salsa.
  • Minuto 2,15: scoliamo direttamente nella padella con un mestolino di acqua di cottura, uniamo una noce di burro e saltiamo.
  • Minuto 2,45: togliamo dal fuoco, aggiungiamo Parmigiano Reggiano e mantechiamo.
  • Minuto 3,00: impiattiamo.

Ce l’abbiamo fatta. Ma solo perché era tutto pronto e avevamo già fatto pratica guardando e riguardando chef Tina.

Insomma, non importa se ci si mettono tre minuti o dieci: quello che conta è il risultato.
Noi non abbiamo un ristorante, né una brigata, né un sous-chef che ci urla contro. Ma se anche voi, come chef Tina, volete mettervi alla prova, sappiate che la vera conquista non è il cronometro. Non stiamo cercando la stella. Abbiamo solo, costantemente, fame di cose fatte bene. 

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