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Ritratto Xinge Liu

Foto Andrey Nastasenko e Andrea Di Lorenzo

A tu per tu con Xin Ge Liu, la femme prodige del momento: "Cucino il mio sogno, aspettando Miuccia"

L’abbiamo conosciuta a Firenze, nel ristorante più cool del momento (il suo). Ci siamo incontrate di nuovo, davanti al “prosciutto più buono del mondo”, come ricorda divertita, all’ultima edizione di Identità Golose Milano. Ora, vogliamo sapere qualcosa in più su di lei. Perché Xin Ge Liu è senza dubbio uno dei personaggi gastronomici più interessanti e intriganti del momento.

Biondissima, con un look che non passa certo inosservato e nulla lascia al caso, un po’ garçonne e un po’ eterea, è la femme prodige che da qualche anno troviamo dietro l’insegna che porta il suo nome a Firenze, Il Gusto di Xinge. Un indirizzo che riflette il mood della nuova Cina, stilosa e contemporanea, proprio come lei, che nella moda ci è nata. Galeotta fu l’attrazione per la fashion industry e per la Toscana, che nel 2012 l’ha spinta a lasciare la sua terra d’origine, il Nord della Cina, al confine con la Mongolia, per raggiungere l’Italia. Un viaggio che le ha cambiato la vita. 

Ora, è il suo locale che vale il viaggio: uno spazio inedito (progettato da B-Arch Studio), giocato sui toni del mattone e del blu elettrico, dove si sta come in un quadro di Magritte, sospesi tra una dimensione onirica e una forza creativa e reale che gioca con i sensi. Un’esperienza fatta di racconti, visioni e sapori nuovi, capaci di esprimere in maniera unica la contaminazione culturale del fine dining più attuale. Quello di Xin Ge Liu è un approccio molto personale, che ha conquistato le principali guide gastronomiche, con premi quali Tradizione Futura del Gambero Rosso e Contaminazioni di Identità Golose, ma anche il cuore dei foodies.

Conosciamola meglio: ecco che cosa ha raccontato a Fine Dining Lovers

La sala de Il Gusto di Xinge

Foto Andrey Nastasenko e Andrea Di Lorenzo

Intervista a Xin Ge Liu

Ci racconta la sua storia: perché ha scelto di venire in Italia?
Sono arrivata qui all’età di 18-19 anni, per studiare Fashion Design al Polimoda di Firenze. Ero indecisa tra Francia e Italia, ma ho scelto Firenze dopo aver visto il film Sotto il sole di Toscana, che mi ha fatto innamorare di questa terra. E pensare che i miei genitori mi volevano vedere in divisa, a lavorare in una caserma…

Davvero?! E cosa l’ha conquistata della Toscana?
La natura e l'ospitalità italiana. Quando mi sono trasferita, ho capito che nulla era più interessante del cibo a Firenze. Così, mentre frequentavo il Polimoda, ho seguito il corso sull’Haccp. Inizialmente ho pure aperto una società di fashion design legata alla produzione di sneakers, ma non è andata bene come attività. 

Cosa è successo dopo?
Nel 2019, ho cercato uno spazio in zona San Lorenzo, perché mi piaceva cucinare. Mi sono concentrata sul cibo, ho seguito le lezioni della scuola di alta cucina Cordon Bleu, sono andata ad Amburgo, nel ristorante del mio maestro Lou, per apprendere le basi della cucina di Hong Kong. Ho iniziato in un locale piccolo pensato per il take away, dove preparavo dim sum in chiave personale. Tuttora, da Xinge Go-Go, propongo specialità street food. 

Come nasce, poi, l’idea di aprire Il Gusto di Xinge? 
Nel 2022 ha trovato questo spazio di 150 metri quadrati, grande il doppio di quello che già avevo: era perfetto per sviluppare la mia cucina e potermi esprimere, prima avevo solo due induzioni e non potevo fare tante cose come volevo. Nel 2023 ho firmato il contratto di affitto, ho compiuto 30 anni e, infine, ho aperto il ristorante: è stato un anno magico e importante. 

Quando ha capito che la sua idea di cucina poteva funzionare? 
Nel primo ristorante proponevo una cucina sempre legata al design, già preparavo il Pollo Shibari (il pollo legato, il suo piatto signature più famoso, ndr). La gente che passava per strada si attaccava al vetro per vedere come si mangiava… Ho capito così che quello stile di cucina poteva piacere. La mia è una cucina etnica, di ispirazione internazionale, con tanta fusione di culture. 

Xin Ge Liu

Foto Andrey Nastasenko e Andrea Di Lorenzo

Il Gusto di Xinge è molto amato: qual è, secondo lei, l’aspetto più apprezzato?
Al di là del cibo e della qualità, la storia di ogni piatto, sempre legata a un’emozione o a una sensazione, credo sia l’aspetto più importante. Oggi non parliamo solo di food, ma di atmosfera a 360 gradi. Quando entri, il profumo dell’incenso fa scattare qualcosa di diverso nel cervello. Poi, trovi una lettera d’amore di benvenuto, che inizia a sciogliere il cuore. Sono tanti piccoli dettagli che fanno effetto. Durante il servizio serale spruzziamo uno spray dorato nell’aria: sotto la luce dei faretti, c’è un effetto cascata luminosa. Ho voluto creare un sogno dentro il ristorante.

Fashion e Food: oggi quanta moda c’è nel cibo?
Oggi vince il prodotto, ma anche il concetto, quindi un format che vede uniti cibo e moda è vincente. In questo momento ci sono tanti brand come Gucci o Louis Vuitton che si legano al food. Per la moda non è un grande momento, ma la ristorazione è un settore che,  nonostante tutto, continua a funzionare… perché tutti devono mangiare! 

Il suo piatto italiano preferito e la specialità cinese che andrebbe valorizzata di più?
La parmigiana di melanzane è la preparazione italiana che più amo: ne potrei mangiare un chilo! Per quanto riguarda la cucina cinese, invece, credo che si possano creare tante ricette interessanti con i ravioli. Da condire, per esempio, con una schiuma invece che con l’aceto di riso o la soia. Anche i bao consentono di giocare molto: con la cottura (noi procediamo con il vapore, per poi passare alla griglia, che li rende croccanti), ma anche con i sapori, come l'abbinamento di foie gras e ricci di mare, con salse francesi. 

Un ritratto onirico di Xin Ge Liu

Foto Andrey Nastasenko e Andrea Di Lorenzo

Il Gusto di Xinge incarna il mood della nuova Cina: il futuro della ristorazione sarà la contaminazione?
Sì, perché anche in Cina c’è tanta contaminazione: gli ingredienti non locali, che magari arrivano da Francia, Italia, Olanda, vengono lavorati con tecnica cinese. Negli ultimi anni sono stati importati degli ortaggi che prima non c’erano, come i carciofi, che vengono saltati con il wok: la contaminazione è un fenomeno internazionale. 

Lei tra l’altro viaggia molto: ci consiglia degli indirizzi cinesi da provare nel mondo?
Amo tanto l’hot pot, lo stufato cinese, a Londra ci sono alcuni indirizzi davvero interessanti dove provarlo, tra cui Haidilao, dove ti fanno la manicure mentre aspetti il tuo turno per mangiare. A Londra mi piace anche Din Tai Fung, una catena molto cool che si trova pure in altre città come New York, che propone cucina classica cinese, bel design e un ottimo servizio. Da non perdere il Four Seasons Restaurant nella Chinatown londinese, per piatti come l'anatra arrosto. 

Qual è il suo comfort food quando è a casa: si butta sul cibo cinese o italiano? 
In casa amo mangiare insaccati e salumi, dalla salsiccia al prosciutto: mia figlia ne è molto golosa, a volte mangio con lei facendo merenda. Per un boccone comfort, se sono fuori casa, di solito io stessa prendo da asporto i dum sum da Xinge Go-Go.

Xin Ge Liu nel suo locale

Foto Andrey Nastasenko e Andrea Di Lorenzo

La ricetta e il pairing cocktail-piatto di cui è più orgogliosa?
Il mio piatto proud? Oltre al Pollo Shibari, le Polpette di scampi e mozzarella, che - a proposito di pairing - si abbinano molto bene al Bitter sweet dream, un Negroni di litchi, un nostro signature. In tema di cocktail, sono orgogliosa anche della tecnica del fat washing che usiamo per creare alcuni drink, utilizzando gli avanzi di olio di anatra della cucina. 

Quali sono i suoi miti in ambito gastronomico e/o nella moda, come l’hanno ispirata? 
Il mio mentore è Vito Mollica: è lo chef che mi ha fatto capire per la prima volta come funziona una cucina professionale, dandomi consigli, facendomi visitare la sua cucina, prima all'hotel Four Seasons di Firenze, poi da Atto a Palazzo Portinari. Lui è così umano, ti aiuta con il cuore. Sul fronte moda, invece, io sono letteralmente innamorata di John Galliano, è lui la mia fonte di ispirazione: mi piace la sua visione, il suo pensiero… è un grandissimo talento.

Oltre a John Galliano, quale stilista inviterebbe a cena da Il Gusto di Xinge?
Miuccia Prada, perché abita a Milano e sarebbe comoda per venire nel mio ristorante! E poi sono fan di Prada, a volte i suoi nipoti vengono a mangiare da me, ma mi piacerebbe incontrare anche lei prima o poi. Un altro personaggio della moda che vorrei vedere seduto al tavolo del mio ristorante è Alessandro Michele: credo che potrei svenire solo a vederlo! 

Progetti futuri? 
Il mio obiettivo è diventare sempre più internazionale, la mia cucina è trendy, è Asia, è fashion. Aprire anche a Milano o fuori Italia sarebbe il mio sogno.

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