Ciumbia, che bontà! È l’esclamazione tipica milanese cui allude un nuovo indirizzo meneghino, tutto da scoprire. Siamo nel cuore di Brera, in via Fiori Chiari 32, la strada che si sta trasformando in un vero e proprio distretto gastronomico di qualità, grazie al progetto di Triple Sea Food, che nei mesi precedenti ha aperto Vesta e Casa Fiori Chiari. È qui che ha inaugurato da pochi giorni la Trattoria del Ciumbia, un luogo che profuma già di cult. Il concept si ispira alla tradizionale osteria milanese, rivista in chiave contemporanea. La proposta gastronomica è stata studiata dall’executive chef Paolo Rollini, che ha fatto un ottimo lavoro di interpretazione della cucina milanese e lombarda, alla luce dei tempi moderni.
Trattoria del Ciumbia, la location
Il bancone | Foto Paola Pansini
Progettata da Dimorestudio, la location ha un gusto rétro, ma non mancano dettagli contemporanei. Si ispira ai locali di Brera frequentati negli ‘60 da artisti d’avanguardia come Piero Manzoni, Nanda Vigo, Paolo Scheggi, Enrico Castellani e Agostino Bonalumi e dà il benvenuto agli ospiti in ambienti raffinati, tra spazi eclettici e accoglienti allo stesso tempo.
La sala principale | Foto Paola Pansini
All’ingresso, una bussola in legno e vetro richiama le entrate delle trattorie di una volta. Poi, un grande bancone in peltro con vetrine profilate in ottone, e piatti riassemblati da Anita Cerrato, tra le migliori artigiane nell’arte nipponica del Kinsugi, definisce l’area aperitivo. La sala è caratterizzata da boiserie in legno di noce fiammato e piastrelle pavimentali personalizzate a mosaico, declinate nelle nuance del bianco latte, del giallo senape, del rosso fegato, dell’opium, del nero tenebra e del verde palude.
Il disco club al piano inferiore | Foto Paola Pansini
Allure moderna e spirito rétro, come la serie di acquerelli alle pareti, che riprendono le architetture razionaliste italiane degli anni Trenta. Sullo stesso piano, una sala privé, rivestita di tendaggi in velluto color prugna e bordeaux su più livelli, accoglie fino a 10 ospiti che possono accomodarsi su sedie originali Carimate di Vico Magistretti, attorno a un tavolo in vetro Dimoremilano.Le sorprese della location non sono finite, perché scendendo al piano inferiore si scopre un intimo club lounge privé, pensat per eventi privati e per after dinner, con tanto di bar e consolle del dj.
Trattoria del Ciumbia, il menu
I mondeghili | Foto courtesy TSF Holding
Tutta la carta è un tributo alla tradizione milanese e lombarda, con piccole contaminazioni internazionali e intelligenti tocchi moderni. Lo chef ha fatto un’ottima ricerca di piccoli produttori locali, per scovare eccellenze poco note, ma di assoluta qualità. A partire dalla luganega, presidio Slow Food, ingrediente fondamentale del mitico Risotto alla Monzese, interpretato in maniera impeccabile.
Il Bollito | Foto courtesy TSF Holding
i comincia con i mondeghili, le polpette della tradizione che vengono alleggerite nella ricetta, morbide, fragranti e molto gustose, impanate con il panko giapponese. Ancora, battuta di fassona al coltello, Riso alla Milanese, gli originali Cannelloni di polenta con formaggio e cardi e la scelta intelligente di inserire in menu Minestrone invernale, preparato con le verdure di stagione fresche. Non mancano chicche e piatti tipici come la Trippa o le Lumache della Valtellina in umido. Interessante, poi, la rilettura del Bollito Misto, sotto forma di millefoglie leggera e saporita, servita con quenelle di salsa verde.
La zuppa inglese | Foto courtesy TSF Holding
Si chiude in dolcezza, con i dessert al carrello: da provare, senza se e senza ma, la mitica Zuppa Inglese, ma anche il Panettone, che sarà disponibile tutto l’anno anche in formati inediti. Tra le chicche proposte infine segnaliamo la Barbajada, tradizionale bevanda milanese di inizio ‘800, che viene presentata in forma solida di torta, con ganache al cioccolato e caffè, accompagnata da panna montata.