In cucina, come è accaduto spesso anche nella moda, non è tutto oro quel che luccica o, almeno, non lo era. Esistono infatti degli ingredienti che oggi compaiono solo nelle carte dei locali di lusso, ma che in tempi passati erano cibi del popolo o addirittura della classe sociale più povera ed emarginata.
In Italia questo lo si evince con tantissime ricette della tradizione, un esempio fra tutti sono le verdure, di cui la nostra cucina è ricca. Solo qualche anno fa il minestrone era un piatto comune, preparato con gli ingredienti dell’orto e che poteva sfamare numerose famiglie. Oggi, soprattutto se si abita in certe metropoli, bisogna scegliere se pagare l’affitto o se preparare il minestrone di verdure. Non siamo qui per fare un trattato di antropologia alimentare ma, con molta leggerezza, ci siamo chiesti come mai certi iconici ingredienti cosiddetti di lusso, sono nati poveri e poi hanno vissuto una seconda ricchissima primavera.
Come può succedere questo? Semplice, un cibo quotidiano abitua la popolazione al suo consumo e quando la disponibilità di quel prodotto, per diversi fattori, viene a mancare, resta la domanda che fa alzare il prezzo. Non serve essere esperti economisti per comprendere questo fenomeno che, nel corso della storia, continua a ripetersi a cicli più o meno continui. Ma quali sono gli ingredienti ricchi nati poveri? Ecco gli alimenti “di lusso” che sono nati come ingredienti di scarso interesse.