Varcare la soglia di Casa Iozzìa significa immergersi in una narrazione sensoriale dove il ritmo della provincia viterbese incontra sorprendentemente i colori e i profumi di una Sicilia familiare, ma riletta in chiave moderna. Qui, i toni caldi delle pareti, il legno naturale e una luce soffusa contribuiscono a un ambiente raccolto in cui il tempo sembra distendersi con discrezione, lasciando spazio all’attenzione per ogni dettaglio.
La cucina di Lorenzo Iozzia accoglie il commensale in un dialogo tra radici e contemporaneità. Le suggestioni dell’isola si intrecciano a ingredienti locali e a tecniche che puntano alla precisione e all’equilibrio, evitando inutili ridondanze. Piatti concepiti come brevi racconti: un equilibrio tra acidità, dolcezza e quella sapidità che richiama brezze marine lontane ma sempre presenti nell’identità dello chef. Gli ingredienti parlano con chiarezza: capperi morbidi, agrumi intensi, pescato selezionato e ortaggi di stagione si alternano con garbo, componendo una tavolozza in cui ogni sapore trova la propria ragion d’essere.
Non si tratta di una Sicilia ridondante o didascalica, bensì evocata attraverso accostamenti puliti e talvolta sorprendentemente essenziali; il croccante di pane rivisto, i giochi tra acidità e sapidità nei crudi di pesce, l’omaggio discreto agli aromi di finocchietto e mandorla. Nel piatto, la modernità non sovrasta mai il senso della memoria: la presentazione è curata senza eccessi scenografici, le cromie sono pensate per un impatto visivo che non distrae dal gusto pieno. La cucina si fa così contenitore di storie e contrasti, grazie a una selezione rigorosa delle materie prime e a cotture che rispettano la naturale vitalità degli ingredienti.
La filosofia di Iozzia ruota attorno alla volontà di reinterpretare il proprio retroterra isolano alla luce di un contesto nuovo, evitando nostalgie e abbracciando lo stimolo di una continua ricerca. In quest’ottica, la memoria gastronomica non viene mai ostentata, piuttosto si lascia riconoscere in tocchi delicati e composizioni studiate, sempre pronte a progettare il futuro senza trascurare lo sguardo verso ciò che è stato.