È il momento di abbandonare ogni campanilismo e dismettere i pregiudizi sulla cucina americana. STK è il fortunato format statunitense che, poco più di un anno fa, è stato portato a Milano all'interno dell'hotel ME Milan - Il Duca.
Per chi ha visto almeno una puntata Sex and the City viene naturale l'identificazione con uno dei ristoranti in cui Carrie Bradshaw ordinava i suoi Cosmopolitan: design urbano e atmosfera raffinata ma elettrica, lounge dall'aperitivo al dopocena, grandi numeri - 140 coperti - e offerta musicale molto curata con dj set a rotazione. È naturale accostarcisi con un po' di dubbiosa diffidenza, chiedendosi se non sia la solita catena statunitense ma high profile. E invece l'esperienza STK Milan smentisce anche i più solidi stereotipi sulle steakhouse: un'esperienza carnivora pienamente soddisfacente, con il bonus di cocktail eccellenti e una bella selezione di vini (cosa che, va detto, è difficile trovare sulle equivalenti in suolo americano).
Ci si può far intimidire dalle strizzate d'occhio luxury o prepararsi a spendere una cifra sostanziosa ma non esagerata, intorno ai 60 euro: a voi la scelta, noi intanto vi proponiamo una serie di fotografie che incarnano perfettamente il meat porn italoamericano di STK.
Manzo gravlax usda, crema di wasabi, mela e funghi shimeji sottaceto
Tra gli antipasti sono ovviamente imprescindibili i mini hamburger Lil’ brgs con manzo wagyu: possiamo disquisire ore sull'argomento, ma la conclusione finale sarà che in fatto di hamburger gli americani sono sempre diversi passi avanti. Diverse possibilità di assaggi di crudo in salse - nel senso letterale - internazionali, dal ceviche al tiradito.
Tomahawk
Sirloin
Raramente capita di vedere una sezione dedicata alla griglia così ampia e dettagliata. Qui la carne - selezione wagyu o italiana - viene proposta in diversi tagli e grandezze: feather, fillet, sirloin, rib eye, e anche la leggendaria tomahawk da 900 grammi.
I contorni non si fanno mettere nel'angolo. La purea di patate e guanciale o le patatine con tartufo e parmigiano, ma anche semplicemente il pane burro e aglio, saranno protagonisti dei vostri sogni più censurabili per lungo tempo.
Topping granchio Alaska
Ogni piatto di carne è personalizzabile con topping a cui non siamo abituati in Italia (ma che negli Stati Uniti sono parecchio diffusi) come la coda di astice o le cappesante arrosto, e salse che vanno dal burro di gorgonzola alla béarnaise: il consiglio è chiedere al personale di sala per orientarsi tra i possibili abbinamenti.
Halibut con crosta di cocco, insalata di noodles e salsa di tamarindo piccante
Tartare di tonno, pomelo, avocado, zenzero e algamarina essiccata
Cappesante arrosto, puree di piselli alla menta, prosciutto di Parma
Con una tale gloriosa scelta carnivora sembra un peccato optare per il pesce, ma la mano dell'executive chef Adriano Venturini garantisce comunque opzioni piscivore sostanziose e soddisfacenti come il resto del menu.
Mano generosa nei condimenti, sapori forti e un'esperienza gastronomica piacevole - corredata da un servizio attento e cortese - da concludere con un dessert dal sapore di gioco e dolcissima regressione. Tra un finto Snickers e un donut fritto, la merenda è servita.