Dopo una "prima vita" lontano dal settore della ristorazione, dal 2012 Angelo Tantucci ha completamente abbracciato il mondo dell'arte bianca e oggi a Monsano, in provincia di Ancora, riscuote grande successo con la sua Pizzeria Capriccio.
Si è raccontato a Fine Dining Lovers.
Com’è nata la sua passione per la cucina?
Fin da piccolo guardavo alla cucina con tanta curiosità. Stavo spesso con la nonna e la guardavo cucinare. Crescendo, inizialmente le scelte lavorative mi portarono in un'altra direzione, frequentai la scuola di perito meccanico e iniziai a lavorare in fabbrica.
E dunque quando è tornato sui "binari giusti" e si è avvicinato al mondo dell'arte bianca?
Un giorno un caro amico mi disse di voler vendere la sua pizzeria al taglio. Ci riflettei e poi mi dissi "perché no?", quindi mi gettai in una nuova avventura in questo settore che mi era sempre piaciuto e che volevo trasformare in qualcosa di concreto.
C’è qualcuno che considera il suo maestro o che ha più di altri influito sulla sua formazione di pizzaiolo?
Ho frequentato numerosi corsi per professionisti. Sicuramente mi sento di citare Renato Bosco e Giuliano Pediconi.
Quando è nata l'insegna Pizzeria Capriccio?
Già la pizzeria al taglio, inaugurata a dicembre 2012, portava questo nome. Successivamente ci siamo spostati in un bel casolare di campagna e abbiamo iniziato a proporre la pizza al piatto nelle sue varie forme.
Come descriverebbe l’ambiente del suo locale?
Il nostro locale ci rappresenta in tutto e per tutto. È cambiato a poco a poco negli anni, così come siamo cambiati e ci siamo evoluti noi. Lo ha progettato la designer e amica Floriana Rinaldi, ha uno stile moderno con richiami alla natura nei colori, nei materiali, nella grafica.
Chi la affianca in questo progetto?
Mia moglie e i miei collaboratori, indispensabili per svolgere al meglio la nostra attività. Mi piace pensare alla mia pizzeria come ad una grande famiglia in cui solo con l’aiuto di tutti si ottiene il meglio.
La sua pizza in tre aggettivi?
Dinamica, territoriale, leggera.
Una pizza che la rappresenta più di altre?
La Montelupone con crema di carciofo di Montelupone, fiordilatte, prosciutto crudo, cialde di Pecorino dei Monti Sibillini. Mi rappresenta perché racconta il mio territorio e contiene preziosi presidi Slow Food, associazione di cui faccio parte, con l'Alleanza Slow Food dei Cuochi, e di cui vado fiero.