Ci sono vini capaci di rappresentare un intero territorio, facendone la storia e, molto spesso, cambiandone le sorti. Nel 1961, a Borgonato di Corte Franca, nasceva il primo Franciacorta, grazie all’intuizione di Guido Berlucchi e Franco Ziliani: quello fu un anno di svolta per l’enologia italiana, un anno che inaugurò il nuovo corso della produzione vitivinicola delle colline bresciane. Omaggia proprio quell’annata simbolica per la nascita delle preziose bollicine made in Italy il restyling che la cantina Guido Berlucchi ha presentato negli spazi di Horto, il ristorante milanese firmato Norbert Niederkofler, appena aperto. Si chiama Berlucchi ‘61 Numero Primo, la nuova brand identity dei Franciacorta Berlucchi ‘61: un restyling nel segno dell’unicità. “La linea è stata presentata nel 2009 per la prima volta - ha raccontato Cristina Ziliani - e ha avuto un grande significato, perché rappresentava la primogenitura”.
Berlucchi ‘61 Numero Primo: la nuova identità del Franciacorta
Un nuovo corso segnato dall’emblematico 61, che indica non solo l’anno di nascita del primo Franciacorta nelle cantine Berlucchi, ma anche un numero primo, quindi indivisibile in sé: una cifra che simboleggia l’indivisibilità dei due padri fondatori, ma anche la stretta connessione del Franciacorta con il territorio dove ha visto la luce, portando una ventata di modernità.
“Oggi rinnoviamo la linea seguendo tre valori fondamentali per noi, in cui ci identifichiamo: la forza di un’idea, quella di nostro padre Franco - mancato lo scorso dicembre, all’età di 90 anni, a cui dedichiamo tutto questo - che andava contro il parere di coloro che all’epoca volevano creare solo vino rosso in Franciacorta; la bellezza della natura che caratterizza le nostre colline e senza cui non potremmo ottenere vini di qualità; l’artigianalità, la cura del saper fare, che è un’attitudine tutta italiana”, ha proseguito Cristina Ziliani.
Come si cura la vigna in un’annata difficile come questa? “Per curare la vigna ci siamo rivolti alla tecnologia, che è molto presente nel nostro mondo. Già vent’anni fa facevamo delle fotografie agli infrarossi dall'alto, poi siamo passati ai droni, mentre oggi è ancora più semplice, perché basta il satellite che ti permette di fotografare i vigneti, il verde della foglia emette una certa lunghezza d’onda: in base a questa, noi possiamo capire se in alcune zone dello stesso vigneto ci possono essere situazioni di terreni più poveri o più ricchi. Da lì, la possibilità di intervenire in modo mirato, per esempio aumentando la concimazione in determinate aree: questo ci permette di ridurre i prodotti usati nel vigneto e far in modo che le piante riescano a convivere nel modo migliore”, ha spiegato l’ad enologo Arturo Ziliani.
“Noi possiamo solo conservare quello che ti dà la natura: abbiamo riscoperto le erbe nel vigneto col covid, ma è sempre molto utile seminare nei filari delle essenze particolari, che hanno la capacità di ossigenare il terreno, per esempio, oppure di catturare l’azoto dall’atmosfera e fissarlo nel terreno; poi c’è la tecnica antica del sovescio, cioè rivoltare il terreno, e quindi le erbe nel terreno, facendo una concimazione in loco. Abbiamo notato che la presenza delle api nel vigneto, poi, contribuiscono ad arricchire il suolo”, ha aggiunto.
Con il lancio della nuova Linea ’61, rinnovata nell’immagine e nella filosofia, la Guido Berlucchi presenta anche il nuovo ’61 Franciacorta Extra Brut, che nel suo bassissimo dosaggio zuccherino vede l’impegno nel restituire al palato l’essenza del territorio, senza coperture, nel segno di un’assoluta pulizia e precisione. Si è rinnovata anche l’etichetta, grazie a un design più contemporaneo: la doppia cromia, unita alla particolare struttura dell’etichetta, realizzata con due carte sovrapposte, accompagna la drink experience sin dal primo impatto, andando a coinvolgere tutti i sensi, tatto compreso. “Si tratta della prima etichetta lavorata in questo modo: è l'inedito esercizio virtuoso di un’azienda di questo calibro”, ha commentato Mario Di Paolo dello studio di design Spazio di Paolo, che ha curato il progetto della nuova identità del primo Franciacorta della storia.
Tutte le foto courtesy Guido Berlucchi