Non c'è gioia maggiore per un ristoratore che vedere i propri clienti uscire soddisfatti e felici per aver passato una bella serata gustando delle cose buone e anche belle. Le insidie, invece, sono sempre dietro l'angolo e spesso hanno la faccia di quei clienti pessimi, così fastidiosi da riuscire a rovinare la cena anche ai commensali degli altri tavoli. La maleducazione degli ospiti non è una tassa che pagano solo i ristoranti "alla buona", perfino gli chef famosi, nei loro locali stellati e con i loro menù da giramenti di testa, si ritrovano a dover gestire certi brutti ceffi.
Ecco 7 personaggi che gli chef di fama non vogliono più ospitare nei loro ristoranti.
GLI UBRIACHI
Fonte: buzztimebusiness
Ridono senza motivo, parlano a voce alta, infastidiscono gli altri clienti, versano il vino sulla tovaglia e magari dicono cose che nessuno dovrebbe mai sentire. In una parola: ingestibili. I peggiori clienti sono quelli ubriachi, lo sostiene anche il patron del Noma di Copenhagen che ha raccontato al sito Epicuros come i suoi clienti quando bevono troppo gliene combinano di ogni, così tante che “potrebbe scriverci un libro”. In Danimarca si beve che è un piacere o almeno così sembra a sentire i racconti di Rene Redzepi:
Fanno sesso nel bagno convinti che nessuno li senta. Altri sono così ubriachi che entrano in bagno e poi non riescono ad uscirne. Sempre meglio di quelli che poi rimettono dappertutto e dei clienti che complice un calice di troppo maltrattano i camerieri. Noi questi ospiti li mandiamo via, sono del tutto fastidiosi. È un peccato che il mestiere del cameriere non venga apprezzato come merita, è davvero speciale.
I NEONATI
Fonte: nydailynews
Pacioccoso e tenero, sì, fino a quando dorme. Quando il neonato si sveglia è una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. Basta un nonnulla e il mostro sopito nel neonato si sveglia, urla, piange e si dispera. Sarà anche un processo naturale, ma a cena al ristorante non è il massimo della vita, anzi. Per lo chef Grant Achatz, di Alinea noto e rinomatissimo ristorante di Chicago, la tragedia si è consumata una sera di qualche mese fa quando nel suo locale è entrata una giovane famigliola con bimbetto di soli 8 mesi. Il batuffolo di umano ha mostrato il peggio di se e lo chef è andato in choc sfogandosi su Twitter così:
A un tavolo c'è un bambino di 8 mesi. Piange. I clienti sono furiosi. Dire alla gente niente bambini o far subire a tutti il pianto? La gente porta i neonati a teatro o ai concerti? Odio dire no, però...
L'esternazione di Achatz ha sollevato un polverone tra chi gli dava ragione e chi invece lo accusava di essere una brutta persona e un uomo glaciale. Ma non è il solo. Anche Raffaele Alajmo de Le Calandre a Rubano in provincia di Padova ha trovato il modo di tenere lontani dal suo locale i mocciosetti sotto gli 8 anni. Ricorda ancora con ansia quella sera :
Una signora era a cena da noi con il marito. Da una parte aveva due bambini piccoli, dall’altra un neonato in carrozzina che piangeva. Era furiosa, ci ha detto “Sono venuta fino a qui da Firenze per cenare, non per stare in un asilo!”.
I BAMBINI
Fonte: orgogliopapa
Se i neonati sono una minaccia per i ristoratori, i bambini, anche quando crescono e imparano a tenere in mano la forchetta non sono sempre i benvenuti. Alcuni esemplari di bimbo sono ingestibili a tavola: urlano, corrono tra i tavoli, sbattono le manine sulle tovaglie rischiando di rompere i bicchieri o di rovinare preziosi sottopiatti. Per portarli al ristorante sarà meglio che crescano almeno fino all'età dell'adolescenza. È la regola che da alcuni anni Nerio Beghi, patron di Siriani a Bagnolo di Mella in provincia di Brescia, ha posto nel suo locale dove vige il divieto d'accesso ai bambini dopo le 21. Cosa lo ha spinto a tanto? Lo ha raccontato lui stesso:
Ricordo una sera, saranno state le undici e mezza: un bambino in carrozzina strillava disperato, mentre i genitori continuavano le chiacchiere e si limitavano a muovere un po’ la carrozzina. È impensabile portare un bambino fuori a quell’ora!
I TIRAPACCHI
Fonte: suite
Cosa c'è di peggio della gente che non si presenta agli appuntamenti e non si preoccupa nemmeno di avvertire? È una delle scortesie più temute dai ristoratori, specie quelli con una sala di medie dimensioni. Non è bello fare la spesa, apparecchiare tutto per bene, mettere il vino in fresco e poi ritrovarsi con gli ospiti fantasma. Al Masa di New York chi disdice il tavolo paga la multa, ma a prescindere dalle dimensioni del locale non avvertire della propria assenza è sempre da maleducati. Se poi a cena vi aspetta niente meno che Claudio Sadler, allora siete proprio da bannare! Lo chef al centesimo "pacco" non ci ha visto più e ha lanciato i suoi strali dall'account Facebook :
Adesso basta! Anche ieri sera due tavoli di 7 e 4 persone non si sono presentati, questa maleducazione deve finire!
I CLIENTI CON IL CANE
Fonte: oulovelypets
Chi trova un amico trova un tesoro, vale anche se si chiama fido. I clienti con il cane sono così abituati a condividere tutto con i loro amici a quattro zampe che non avrebbe senso separarsi per andare a cena, anche se in un super ristorante. Il cane è benvenuto in linea di massima quasi ovunque, anche al lounge bar, c'è anche una legge che gli riconosce il diritto di accesso, ma come nel caso dei bambini c'è cane e cane. C'è quello bello e intelligente, c'è il casinaro e l'invadente, c'è chi resta sotto al tavolo trasognato, c'è quello che abbaia e fa lo sguaiato. Lo sa bene Mauro Uliassi di Uliassi a Senigallia (Mc) non è contrario ai cani nel suo ristorante, ma gli è capitato di dover intervenire con un cliente un po' bizzarro:
Non era proprio maleducato, più che altro un po' troppo accorto con il suo fido, tanto da farlo mangiare dal proprio piatto, infastidendo gli altri clienti. In questi casi estremi mi sento autorizzato ad intervenire invitando il cliente ad alzarsi. Trovo che si debba raggiungere il giusto compromesso senza voler essere troppo rigidi o eccessivamente morbidi.
GLI INSTAGRAMMER
Fonte: adverblog
“Aspetta aspetta a mangiare, che faccio una foto”. Vale per una bella pizza, ma anche e soprattutto per un piatto bellissimo di quelli che solo gli chef sanno impiattare. L'instagrammer non sa resistere e nemmeno accontentarsi. Una foto spesso non basta: ne scatta una dall'alto, una senza flash, una di sbieco con un po' di sfondo sulla tavola, e pure quella creativa con il tortello tagliato che mostra il suo succulento ripieno. Lo scatto fotografico a tavola non è piacevole per i compagni di cena del foodie maniaco e nemmeno piace ai grandi nomi della cucina internazionale come David Chang di Momofuku Ko, a New York, Moe Issa di Chef’s Table, e Gilles Goujon di l’Auberge du Vieux Puits, a Fontjoncouse, nell’Aude che si sentono violati nella privacy e pure nel copyright!
Al Four Barrel Coffee di San Francisco c'è perfino un cartello eloquente: “Non postare questa foto su Instagram, tu hipster” mentre all’Eva Restaurant di Los Angeles offrono lo sconto del 5% ai clienti che lasciano il telefonino all'ingresso.
GLI ADEPTI DI TRIPADVISOR
Tripadvisor sarebbe utilissimo se non fosse troppo spesso popolato da personaggi pieni di livore che si infastidiscono per ogni minima cosa e che per 5 euro pretendono pizze giganti e birra media compresa. Basta fare un esperimento: cercate su Tripadvisor il vostro ristorante preferito e scoprirete quanta gente la pensa in maniera esattamente opposta a voi. I devoti di Tripadvisor quando entrano in un ristorante stellato ci vanno giù pesante
Badano più alla quantità che alla qualità e si lamentano se il loro piatto non è colmo di cibo
Parola di Enrico Crippa del Piazza Duomo D'Alba in provincia di Cuneo. Gli dà ragione anche Giuseppe Iannotti, Kresios a Telese Terme (BN)
Ora come ora, però, è una porcata esagerata. Io lo brucerei: utenti fasulli, gente repressa che scrive offese gratuite … siamo tutti infastiditi.
Se vi riconoscete in uno di questi sette pessimi esempi, non osate presentarvi alla corte degli chef stellati, siete stati avvertiti.