Si parla sempre troppo poco della provincia, che spesso riserva belle sorprese e location inattese. E Il Circolino, nuova apertura nel cuore di Monza, è l’indirizzo giusto per accendere i riflettori sulla Brianza. Si tratta di un nuovo locale dalla triplice anima - ristorante gastronomico, caffè e cocktail bar - che porta la firma dello chef stellato Claudio Sadler per la supervisione della parte food, mentre la curatela della drink list è stata affidata al noto bartender Filippo Sisti. Le premesse ci sono tutte per (continuare a) fare bene e trasformare gli spazi di quello che era uno storico circolo affacciato sul Lambro in una meta per gli amanti del fine dining, ma anche per chi cerca un buon aperitivo o semplicemente un locale moderno e accogliente, dal mood elegante e sbarazzino allo stesso tempo.
Il Circolino, il concept e la location
Foto Jacopo Salvi
L’idea? Quella di tornare a far vivere uno spazio storico che è sempre stato vocato alla convivialità, ma in chiave contemporanea: ecco cosa c’è alla base del concept del nuovo “club del gusto” voluto dai tre imprenditori brianzoli alla regia del progetto: Mario e Stefano Colombo, padre e figlio, e Federico Grasso. E così, il locale che sorge là dove c'era il vecchio circolo della zona, da anni inutilizzato, si candida ufficialmente a diventare una nuova meta per palati golosi e curiosi.
Foto Jacopo Salvi
“Cercavo una location dall’atmosfera unica e allo stesso tempo familiare, che sorgesse nella mia città, Monza, e che la rendesse una destinazione gastronomica”, racconta Stefano Colombo, classe 1985. Con la bella stagione, poi, torna a rivivere anche il giardino, area lounge affacciata direttamente sul Lambro. Gli interni sono stati curati dallo studio di design Cierreesse di Cabiate (CO), che ha progettato uno spazio molto rilassante, elegante e moderno, diviso in due: un’area dedicata a cocktail bar e caffè e un’altra area destinata al ristorante.
Foto Jacopo Salvi
Il mood è leggermente rétro: si guarda agli anni Venti e Trenta del ‘900, tra bicromie, carte da parati e il motivo del gioco, che torna nei poggia-posate evocative del domino, ma anche nei deschi, che ricordano nell’aspetto le tavole da gioco, e nelle stesse pareti, dove sono raffigurate le carte francesi. Divani, sedie e sgabelli sono rivestiti con tessuti che vanno dal velluto al damascato e alternano le tonalità del verde, bordeaux e indaco su stampe in tinta unita o a righe. Nell’area ristorante, sobria e raffinata, le colonne in pietra con capitello corinzio e le arcate in muratura, che sono state recuperate dal contesto originario, incorniciano l’ampia cucina a vista. Alle pareti, ecco pattern geometrici, ma anche opere di Filiberto Vago, della collezione “Superfici in tensione”, che giocano con le forme.
Il Circolino, il menu e la drink list
Foto Jacopo Salvi
Il Circolino è un locale all day dining, pensato per essere attivo dalla colazione al pranzo, dall’aperitivo alla cena. In cucina c’è il giovane Lorenzo Sacchi, classe 1988, dalla mano sicura e matura, che svela i suoi importanti trascorsi in Spagna, in particolare al ristorante Oria di Martin Berasategui, dove ha lavorato come sous chef di Xabi Goikoetxea, conseguendo nel 2018 la prima stella. In sala c’è Maria Sainz, in arrivo dallo stesso ristorante iberico, che a Il Circolino gestisce in maniera impeccabile il servizio. Interessanti e giocose le tapas pensate per il bistrot, per il pranzo e l’aperitivo, che spaziano dal Carpaccio di “presa iberica” con mela verde, sfera di olive kalamata e chimichurri di pomodoro alle golose croquetas di jamón. Non mancano le ispirazioni italiane come il mitico Riso da passeggio by Claudio Sadler guarnito con maionese al midollo. Da non perdere il bikini toast, rivisitato con jamòn ibérico, mozzarella e tartufo. In abbinamento, si può scegliere uno dei dieci signature cocktail di Sisti: da provare, tra i più iconici, il Meneghino, in omaggio a Milano, con Bitter rouge bianco, vermouth bianco, prosecco allo zenzero e sorbetto al Campari con il twist agrumato del cordiale di arancia e zafferano, oppure il Cesar Sour, con Tequila, estratto di lattuga, mostarda al miele e liquore al bergamotto.
Foto Mariarosaria Bruno
Merita davvero anche la proposta del ristorante gastronomico, ben rodato seppur aperto da pochi giorni. “In realtà, eravamo già pronti prima della pandemia", spiega Sacchi. "Abbiamo avuto il tempo per fare tante prove", aggiunge. La brigata, giovane e affiatata, riesce - tra sala e cucina - a far vivere una bella esperienza, che merita senza dubbio la sosta. La solidità di Claudio Sadler, che supervisiona tutto - “è una cucina che parte dalla tradizione, per lasciare spazio alle influenze internazionali, la potremmo definire ispanico-brianzola”, racconta - è affiancata dall’interpretazione tecnica, e di grande equilibrio, di Sacchi. Capace di modulare spezie, aromi e sentori esotici. Si viene accolti da una Nuvola di Negroni e da amuse-bouche sfiziosi quali la pizzetta croccante con polvere di pomodoro, crema di burrata e acciughe del Cantabrico, la chips di nervetti soffiati, ossia “una rivisitazione dell’insalata di nervetti milanese”, come precisa Sadler, e un omaggio al risotto alla monzese, a base di meringa molto leggera allo zafferano, con luganega cruda della brianzola Macelleria Viganò e crema al Grana Padano.
Foto Mariarosaria Bruno
Poi, lo chef dichiara i suoi trascorsi iberici con Tonno rosso del Mediterraneo servito con jamòn ibérico, alghe e caviale, laccato con il grasso del celebre prosciutto spagnolo sciolto, a conferire quella caratteristica nota rancida che fa molto Spagna. Notevoli i Ravioli di baccalà mantecato, curry rosso, cozze e peperone crusco, dalle note fresche, capaci di fare il giro del mondo tra sentori speziati e di lemongrass, per poi tornare a casa in Italia. Il Petto di piccione, grano saraceno, provolone dolce, pera e salsa cinese a base di prugne è impeccabile: perfetta la cottura alla brace del piccione, che si distingue per un’esecuzione classica e una presentazione originale. Viene servito con grano saraceno risottato ai funghi e prende per la gola in due tempi (la carne di piccione è servita anche cruda, in un piccolo taco). Si conclude con un dolce capace di rinfrescare e pulire il palato, Melone, caipirinha e shiso, che precede un’ottima petite patisserie. A Monza per noi è nata una stella.