Un viaggio pieno d’amore e di gusto su e giù per l’Italia in compagnia della star hollywoodiana Stanley Tucci. Sei tappe lungo lo Stivale alla scoperta di quell’infinito patrimonio enogastronomico fatto di prodotti e ricette del nostro Paese. Si chiama proprio Stanley Tucci: searching for Italy la serie prodotta dalla CNN che porta i propri telespettatori alla ricerca e quindi alla scoperta delle meraviglie gastronomiche italiane.
Il viaggio televisivo di Stanley Tucci – i cui nonni erano calabresi – è partito il giorno di San Valentino e finirà domenica 21 marzo. Nelle prime due puntate la trasmissione della CNN ha fatto tappa prima a Napoli e in Costiera Amalfitana - tra pizza, pomodori, mozzarella e la ricetta della Delizia al Limone di Sal de Riso – e poi a Roma, alla scoperta delle paste più tradizionali come Amatriciana e Carbonara.
I prossimi episodi di Stanley Tucci: searching for Italy saranno invece ambientati a Bologna (alla scoperta di eccellenze come parmigiano, prosciutto di Parma e l'aceto balsamico di Modena), Milano (sotto i riflettori la cotoletta alla Milanese, il risotto, ma anche il rito dell’aperitivo e i pizzoccheri), in Toscana (esplorando la cucina povera fatta con gli avanzi e il mondo dei vigneti e del vino, con un focus sulle buchette del vino tornate in auge in epoca di pandemia da coronavirus) e Sicilia (sperimentando i sapori e il senso dell’ospitalità tipico della regione).
La scelta di Stanley Tucci come Cicerone tra i sapori d'Italia non è casuale. L’attore, 59 anni, in passato ha vissuto per alcuni anni in Toscana e nelle sue vene ha anche sangue italiano, grazie alla famiglia del padre originaria della Calabria. D’altro canto, lo stesso attore ha ammesso di aver accettato con entusiasmo di prendere parte al progetto per “sfatare i molti miti che gli americani hanno dell’Italia. Le persone pensano che ci sia sempre il sole, che le persone suonino il mandolino e mangino pizza e pollo alla parmigiana. E invece quest’ultimo piatto non è nemmeno italiano. Poiché i miei genitori erano così rispettosi della loro eredità, quell’identità culturale era ed è ancora molto importante per me”.