C'è chi considera il km 0 un mantra e chi una moda, chi è stufo di mangiare local e chi si improvvisa contadino.
E i ristoranti? I ristoranti si adeguano. Sono sempre più i locali, dal Nord al Sud d'Italia, che si dotano dell'orto. Una tendenza registrata anche dalle guide, come quelle delle Osterie di Slow Food, che dall'anno scorso usa un simbolo (l'annaffiatoio, ovviamente) per segnalare i locali con orto di proprietà.
Anche per chi la considera una moda, i pregi del ristorante-con-orto sono innegabili: erbe e verdure fresche e stagionali, riscoperta di prodotti dimenticati e un legame più stretto dello chef con il territorio.
Fine Dining Lovers ha selezionato per voi 8 ristoranti con orto in Italia:
Piazza Duomo, Alba (CN)
Un orto con tre stelle Michelin. Nei piatti del Piazza Duomo arrivano i prodotti dell'orto di cui si occupa personalmente Enrico Crippa. Andando alla ricerca di gusti e profumi dimenticati e poco omologati, piante ed erbe esotiche comprese. Da lì nascono piatti come Insalata 21,31,41, 51 ... la cui composizione cambia ogni giorno, a seconda di quello che lo chef ha raccolto.
Erba Brusca, Milano
L'orto più famoso di Milano, nonché uno dei primi "d'autore" d'Italia. Subito fuori dalla sala ristorante di Erba Brusca crescono ortaggi e piante aromatiche, tutti coltivati in modo biologico, che la chef Alice Delcourt trasforma in piatti come la Vellutata di porri e prezzemolo con yogurt di bufala o l'Insalata dell'orto con rape rosse e noci.
Villa Maiella, Guardiagrele (CH)
Dai giornalisti viene quasi sempre definito un orto "estremo", ricavato con pazienza e fatica da un terreno difficile. Nel ristorante della famiglia Tinari - aperto nel 1968, ha conquistato la sua prima stella Michelin nel 2010 - anche formaggi e salumi sono di produzione casalinga.
Trattoria Zappatori, Pinerolo (TO)
Verdure, erbe aromatiche e fiori dell'orto finiscono nei piatti dello chef Christian Milone che lo definisce "una fonte inesauribile per le mie ricette".
Il ristorante nell'orto, Orsara di Puglia (FO)
La filosofia del km 0 è sempre stata importante per Peppe Zullo. Lo chef pugliese ama dire che il progetto del ristorante è nato proprio da lì, da quei 15mila metri quadrati di verdure e legumi. Zullo, inoltre, ha salvato dall'oblio più di 50 varietà di erbe spontanee, piante officinali e alberi da frutta nel suo "Bosco dei Sapori Perduti". Nel 2012 ha inaugurato il Ristorante nell'orto, cucina e tavoli al centro dei terreni.
Don Alfonso 1890, Sant'Agata dei Due Golfi (NA)
"Per noi la grande cucina si fa nel campo, come i grandi vini in vigna": parola della famiglia Iaccarino. A San Pietro a Positano, non lontano dal loro ristorante due stelle Michelin, c'è l'Azienda Agricola Biologica Le Peracciole: qui producono, tra le altre cose, un pregiato olio extravergine d'oliva e i limoni con cui creano il famoso liquore di limoni.
La Présef, Mantello (SO)
Allevamento, orto e ristorante da stella Michelin: c'è un po' di tutto nell'azienda agricola La Fiorida. Inevitabile che la cucina dello chef Gianni Tarabini sia a km 0.
Antichi Sapori, Andria (BT)
La cucina e l'orto sono vicinissimi, idealmente e fisicamente. In quest'angolo di Murgia che sembra fermo nel tempo lo chef Pietro Zito ha creato "Orto Mio": fave nere, pomodori galatini, fagiolini di Andria e altri prodotti autoctoni diventano i protagonisti nelle Orecchiette di grano arso con purea di cicerchie, paté di olive coratina e cacioricotta o nei Troccoli con cardi spontanei, aglio novello e ricotta salata.
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