Un progetto di famiglia quello di Riccardo De Stasio con i figli Daniel e Simone. Con ruoli precisi, differenti e ben distinti, sono titolari a Novara della Pizzeria Giulio Cesare, apprezzata oltre i confini del capoluogo di provincia.
Noi di Fine Dining Lovers abbiamo voluto intervistarli tutti e tre per scoprire com’è nata la loro passione comune per l’arte bianca e la genesi del loro locale.
Quando e come è nato il vostro percorso nel mondo della pizza?
Riccardo: Provengo da una famiglia di commercianti quindi per me è stato abbastanza spontaneo e naturale l’inserimento in questo settore. Dopo diverse attività abbiamo deciso di intraprendere il percorso all’interno del mondo della pizza dapprima grazie ad una collaborazione, in franchising, con un amico imprenditore che già aveva numerose pizzerie nel Nord Italia. Questo ha rappresentato per me e la mia famiglia il punto di partenza grazie al quale abbiamo iniziato a conoscere la materia e le diverse dinamiche che le ruotano attorno.
E quando siete arrivati alla creazione della Pizzeria Giulio Cesare di Novara?
Riccardo: La Pizzeria Giulio Cesare nasce nel maggio del 2017 proprio a valle di questo cammino. La passione e l’esperienza maturata, nonché arricchita dai numerosi corsi di approfondimento svolti, su tutti la Scuola di Panificazione di Novara, ci spinsero a fare il grande passo aprendo una nostra attività.
La pizzeria prende il nome dall’indirizzo in cui si trova, viale Giulio Cesare 14. Come mai una scelta così altisonante anche per la vostra insegna?
Riccardo: In realtà è stata una scelta piuttosto spontanea. Il viale in questione è ad altissima percorrenza, facilmente accessibile. Volevamo dare all’attività un nome che fosse semplice, memorabile, funzionale, evitando richiami azzardati come spesso accade nel settore. Non arriviamo da generazioni dei pizzaioli con locali e tradizioni alle spalle; questo aspetto in fin dei conti ci ha facilitato nelle scelte preliminari e di marketing, fatte con estrema libertà.
Ognuno di voi ricopre un ruolo ben preciso all’interno della pizzeria. Com’è organizzata l’attività?
Daniel: Mentre nostro padre si occupa degli impasti, inizialmente io ho gestito la sala ed il personale per poi passare a gestire tutta la pizzeria. Questa credo sia stata e sia tutt’ora la nostra forza, la grande capacità di adattamento. Credo di aver avuto grandi insegnamenti e non ho potuto far altro che metterli in pratica mettendomi a disposizione dell’attività.
Simone: Ero ancora uno studente di architettura residente a Berlino quando entrai a far parte del progetto. Mi ricordo che mio padre venne a trovarmi in Germania e in quell’occasione mi affidò l’incarico di progettare il locale. Come non approfittare di quella grande opportunità? Fu la mia prima occasione lavorativa importante, oltre che un grande stimolo personale. Oggi mi occupo della comunicazione, della progettazione e della ricerca.
Che atmosfera si respira alla Pizzeria Giulio Cesare?
Simone: Direi unica nel suo genere. Il locale è stato progettato in ogni particolare, dall’arredamento alla ricerca dei materiali, al sistema di illuminazione, fino alla scelta di attrezzature tecnologicamente avanzate, utili ad ottenere un prodotto finale di altissima qualità. Estetica e design devono essere funzionali e che agevolare il lavoro di ogni collaboratore. Mi ha appassionato molto la progettazione del forno, disegnato e realizzato su misura e del laboratorio a vista.
Quanti impasti sono disponibili per le vostre pizze?
Riccardo: Proponiamo quotidianamente cinque farine speciali di altissima qualità. La macinata a pietra, la kamut, l’integrale, la multicereali e quella con carbone biologico. Siamo così in grado di soddisfare le specifiche richieste della clientela anche nel rispetto delle sempre più frequenti intolleranze alimentari.