Edoardo Nono ha mosso i primi passi nel mondo della miscelazione a metà degli anni Ottanta.
Nel 2002 la svolta: ha aperto, con il socio Gianluca Chiaruttini, il Rita & Cocktails, diventato uno degli indirizzi più noti e apprezzati a Milano.
Ma non si è fermato qui. E ora racconta tutto il suo percorso a Fine Dining Lovers.
Quando è iniziata la sua passione per il mondo della mixology?
Sarebbe più appropriato parlare di passione per il servizio. Quando ho iniziato a calpestare le pedane dei bar la mixology come definiamo oggi proprio non esisteva. Si proponeva miscelazione: ricette classiche IBA e pochissime variazioni. Ciò che faceva la differenza era la qualità del servizio reso al cliente e la capacità di gestire le situazioni. Era il 1985 e dovevo fare ancora tanta strada.
Qual è stata la sua prima esperienza lavorativa?
In un American bar elegante sul lago di Varese. Un posto molto suggestivo, dove io cercavo semplicemente di guadagnare i soldi per andare in vacanza. L’impatto con quel mondo è stato invece indelebile. Mi ha conquistato totalmente, cambiando per sempre il mio destino.
C’è qualcuno dell’ambiente che considera il suo maestro?
Andrea Bertelli, il mio capo barman nella prima stagione da professionista in Sardegna. Era il 1990 e la sua esperienza nelle crociere ne faceva un professionista assoluto e un vero maestro. Aveva una visione incredibilmente ampia del bar e mi diede strumenti indispensabili per fare un salto di qualità.
Quando nasce il Rita & Cocktails di Milano?
Nel 2002, con il mio socio Gianluca Chiaruttini. Dopo qualche esperienza interessante a Milano. Il motivo? Volevo soddisfare la mia esigenza di proporre una miscelazione con il mio concetto di qualità. Io e Gianluca avevamo le idee molto chiare ma pochissime risorse. Siamo riusciti a fare crescere il business in modo organico senza mai scendere a compromessi. Siamo stati pionieri della miscelazione basata su ingredienti freschi e alcool di qualità.
Come descriverebbe il locale?
Internazionale e raffinato ma fruibile e senza orpelli. Understatement: una parola che mi piace molto ed ho imparato facendo un'esperienza importante presso Four Seasons.
E quando nasce invece Rita’s Tiki Room?
Il Rita’s Tiki Room è un progetto nato nel 2019. È un concept di locale nato negli anni '30 del Novecento, subito dopo la liberazione dal vincolo del proibizionismo. Un modello di fusion ante litteram che ha unito diversi stilemi delle culture caraibiche con una cucina a ponte fra la Cantonese e la Polinesiana. Ricostruire quell’atmosfera e farlo in modo credibile ha richiesto un lavoro filologico tanto impegnativo quanto divertente.
Ci sono ingredienti o tecniche che predilige in particolare?
Il gin anzitutto, perché è stato un ritorno di fiamma nei gusti del pubblico. Quando ho iniziato era infatti un best seller. Si è completamente perso negli anni 90 per poi tornare in auge con l’arrivo dei Premium Spirits ed oggi è più vivo che mai. Adoro anche gli agrumi. Ed ho ancora il vezzo di shakerare con il Boston shaker di vetro e metallo. È un oggetto bellissimo e potente. Ahimè in disuso.
Il drink che la rappresenta più di tutti? Perché?
Il Gin zen. È un classico del Rita ma viene preparato in molti locali di Milano. L’ho inventato più di vent'anni fa. La piccola intuizione fu quella di pestare la parte aromatica - lo zenzero - e usare il lime sotto forma di succo e di sherbet. È semplicissimo, delizioso e super richiesto.