Da Napoli, Gennaio Apostolico ha portato a Perugia una pizza tradizionale capace di parlare un linguaggio contemporaneo.
Dall'incontro tra il pizzaiolo e la famiglia Fazio è così nato Marghereat, una pizzeria che ha conquistato in città - e oltre - un pubblico sempre più ampio e trasversale di estimatori.
E a Fine Dining Lovers Apostolico ha raccontato come tutto ebbe inizio.
Come ha iniziato la sua carriera nel mondo dell’arte bianca?
Diciamo che sono sempre stato vicino a questo settore. Soprattutto da consumatore, ancor prima che da professionista. Sono infatti sempre stato un gran mangiatore di pizza. Con il tempo si è quindi sviluppata l'esigenza di avvicinarmi sempre di più all'arte bianca. Anche se devo ammettere che il mio amore per il cibo è generale e questo mi porta a fare ricerca, per esempio, anche sugli ingredienti per il topping.
Precisamente quando è passato da "mangiatore" a "creatore" di pizza?
A Napoli iniziai a lavorare in pizzeria soprattutto per necessità. Facevo due lavori: di giorno elettricista, di sera pizzaiolo. Considero però il vero inizio il mio trasferimento a Perugia: è in questa bella città umbra che ho iniziato davvero a esprimermi, lavorando sempre di più sul mio impasto. In fondo sono un autodidatta.
Quando è nata Marghereat?
Qui a Perugia Marghereat nasce grazie all'incontro con la famiglia Fazio. A loro spiegai il mio concetto di pizza, il mio modo di lavorare. Era tutto chiaro nella mia testa ma spesso i sogni, senza qualcuno che crede in te, rimangono tali. Rimasero entusiasti del progetto e così ebbe origine Marghereat.
Come definirebbe questa sua pizza su cui tanto ha lavorato e lavora?
La mia è una pizza contemporanea, diversa, ricercata. È un prodotto in continua evoluzione
La sua pizza più rappresentativa?
Sicuramente la Margherita. Può sembrare una risposta scontata ma d'altronde la Margherita è la pizza per eccellenza, amata da tutti e simbolo di tradizione. Sono aspetti che da Marghereat sono molto rispettati, anche se, come anticipato, il nostro approccio vuole essere contemporaneo, in evoluzione. Noi la omaggiamo a partire dal nome del locale, che non lascia spazio a dubbi.
Che insegnamento darebbe ad un giovane che vuole fare la sua professione?
L'unico, autentico consiglio che mi sento di dare e quello di non arrendersi. In questo lavoro è necessario perseverare, crederci sempre. Ci si può anche arrabbiare talvolta, ma è normale se si è davvero innamorati di ciò che si fa.