L'argomento del kiwi sulla pizza questa settimana è diventato virale. Alcune persone hanno reagito con orrore a un'immagine dell'inusuale topping, come testimoniato da questo articolo pubblicato su The Guardian.
Frutta sì o frutta no? Con opinioni così fortemente divise su una questione tanto delicata, abbiamo chiesto il parere a una voce autorevole del mondo della pizza, il maestro Franco Pepe della pizzeria Pepe in Grani, a Caiazzo, da tre anni al primo posto nella classifica 50 Top Pizza.
Il post pubblicato dal sito Reddit ha suscitato le reazioni più disparate, dall'approvazione al grave disappunto: il mondo pare essere diviso tra coloro che accettano l'ananas come condimento per la pizza e coloro che preferiscono bruciare all'inferno piuttosto che mangiare "hawaiano".
Ma cosa è successo esattamente? Stellan Johansson, in visita a una pizzeria in Svezia, ha portato con sé un kiwi e ha chiesto al pizzaiolo di distribuirlo sulla sua pizza al prosciutto, quindi ha postato una foto della sua creazione culinaria sulla sua pagina Facebook. Qui qualcuno l'ha trovata e l'ha pubblicata nella sezione di Reddit chiamata shittyfoodporn e, da lì, il dibattito è letteralmente esploso. La pizza in questione è stata etichettata come "un sacrilegio" dagli utenti di Reddit, sebbene non tutti fossero contrari all'idea del kiwi sulla pizza.
“Per me non esiste tutto sì o tutto no, non bisogna demonizzare nessun ingrediente: l’importante è come si usa la materia prima", ci ha detto Franco Pepe.
"Io, per esempio, sulla pizza ho messo l’ananas, un prodotto che è stato usato male dal mondo della pizza. Io, invece, l'ho utilizzato in maniera approprita, al punto che la mia pizza all’ananas è stata premiata”, ci ha risposto il maestro, che con la sua AnaNascosta - un cono di pizza fritta con fonduta di Grana Padano, ananas, prosciutto crudo e polvere di liquirizia - ha conquistato il titolo di "Piatto dell'anno" a Identià Golose 2019.
“Che sia un ananas o un kiwi, è importante capire come la materia prima si può trasformare sulla pizza, per esempio per il contatto caldo-freddo. Non bisogna avere pregiudizi verso alcun ingrediente, ma mettersi a studiare, lavorare e sperimentare”, ha concluso il maestro Pepe.