Dopo essersi fatto conoscere nella capitale dietro il bancone del celebre Jerry Thomas Project, oggi Riccardo Marinelli si occupa di consulenze, formazione e catering nel settore beverage.
Tra le realtà che segue in bartender sicuramente spicca Terrazza Les Étoiles, con la sua vista sulla città. Marinelli si è raccontato a Fine Dining Lovers, partendo dall'inizio del suo percorso.
Qual è stata la sua prima volta dietro al bancone?
Sono nato in un piccolo paesino tra Nettuno e Anzio. Avevo 19 anni quando iniziai il mio percorso da autodidatta, in alcune realtà locali. A 20 anni decisi poi di partire per Londra, dove iniziai a fare sul serio lavorando in un club italiano a Piccadilly Circus.
Fu in quegli anni che ha capito che quella del bartender sarebbe diventata la sua professione?
Sì, ad un certo punto seguii un barman in un villaggio in Sicilia, dove io lavoravo come animatore. Capii che il mondo del bar mi piaceva. Fino ai 24 anni però fu un attività che svolsi parallelamente agli studi in Scienze del Turismo. Concluso il percorso di studi decisi che era stare dietro il bancone ciò che volevo davvero.
Quale esperienza l'ha formata maggiormente come bartender?
Senza alcun dubbio l'incontro con Antonio Parlapiano del Jerry Thomas Project di Roma, durante una delle mie primissime competizioni di settore. Era attorno al 2009. Fu lui a farmi capire quando lavoro, impegno e costante ricerca ci sono dietro a questa professione. Nel 2014 venni poi assunto come bartender proprio al Jerry Thomas.
E qui ha fatto carriera.
Rimasi fino al 2018, quando decisi che era il momento di andarmene ricoprivo il ruolo di General Manager. Aprii la mia società di consulenza, la Idea Bar Catering & Consulting, in cui mi raggiunse, alcuni tempi dopo, il collega Luca Mengo. Come evidenzia il nome, ci occupiamo anche di catering nel settore beverage ma anche di formazione, un aspetto di questo lavoro che mi coinvolge sempre di più.
Quando nasce la collaborazione con Terrazza Les Étoiles?
Proprio nel 2018, per essere poi introdotta a tutti gli effetti nel 2019. La proprietà frequentava il Jerry Thomas e ha deciso di affidarmi questa importante consulenza. Il Covid nel 2020 ci ha fermati ma ora stiamo avendo ottimi riscontri ma siamo consapevoli di poter crescere ancora molto.
Che atmosfera si respira in questo indirizzo romano?
Potrei sorprendere con questa risposta ma direi che in questo rooftop si respira la tranquillità. Mi spiego meglio: la location, all'ultimo piano dell'Atlante Star Hotel, è certamente esclusiva, ma l'obiettivo finale è quello di far sentire l'ospite a proprio agio, con grande comfort. Così da godersi al meglio un panorama che tutto il mondo ci invidia sulla città eterna. Magari all'ora del tramonto.
Come ha sviluppato l'offerta per gli ospiti?
La proposta è coerente all'ambiente. Abbiamo una drink list all'insegna del Made in Italy, con miscelati come il Negroni, l'Americano, il Garibaldi. Ci sono poi gli spritz e i classici a cui aggiungiamo il nostro tocco. Ancora cocktail più particolari come il Botanical Sour, uno dei nostri signature che, tra gli ingredienti, ha un cordiale di camomilla e tè matcha. Lo stesso vale per la proposta food: all'aperitivo vengono sempre offerti olive e tarallo leccesi, cui si aggiunge un piatto della cucina che spazia dal pesce ai frittini romani, fino alle focacce homemade.
Ci sono ingredienti che preferisce utilizzare?
Per me l'importante è che ogni ingrediente sia eccellente. Sono amante del classico e della semplicità anche per quanto riguarda la tecnica. Per esempio l'hard shake per la creazione di un daiquiri rispecchia perfettamente questo concetto.