Sentiamo sempre più spesso parlare, su diversi fronti, di talenti italiani "fuggiti" all'estero. E se forse quella di Salvatore Castano non è stata una fuga, è certo che il suo talento è stato immediatamente riconosciuto e valorizzato in terra inglese.
Qui il sommelier ha avuto modo di crescere rapidamente nel mondo della ristorazione ed oggi lavora per un importante fornitore di vini. Diversi i premi conquistati, l'ultimo come Miglior Sommelier d’Europa ed Africa, dove ha rappresentato la sua Italia.
L'abbiamo incontrato per farci raccontare la sua storia.
Quando è nata la sua passione per il mondo della ristorazione e della sala?
Ho iniziato a lavorare nella ristorazione all’età di quindici anni, nel periodo estivo, durante la pausa scolastica. Da lì ho iniziato a studiare con grande attenzione tutto ciò che riguardava questo mondo, vino compreso naturalmente.
Com'è effettivamente iniziata la sua carriera?
Ho iniziato a lavorare in un ristorantino sotto casa, tanto per mettere qualche soldino da parte. Successivamente mi mise a lavorare in molti hotel di lusso del gruppo Belmond. Girai così il mondo, lavorando per loro fino a quando non approdai a Londra.
C’è qualcuno che considera il suo maestro?
Io mi reputo fortunato perché ho avuto molti maestri. Sicuramente il mio maestro italiano è Giuseppe Privitera, Restaurant Manager del Grand Hotel Timeo di Taormina, una persona di un’eleganza innata e una conoscenza del settore della ristorazione e della sala fuori dal comune.
Quale ritiene sia stata la prima grande soddisfazione?
La prima volta in cui partecipai al Miglior Sommelier d’Inghilterra, piazzandomi al secondo posto. Una tappa fondamentale del mio percorso è stato certamente l'approdo a Londra. Penso che in Italia difficilmente avrei avuto la possibilità di imparare così tanto in un tempo così limitato.
Successivamente sono arrivati però altri premi a confermare il suo talento in questa professione...
Sì, l’ultimo grande traguardo è stato vincere il titolo di Miglior Sommelier d’Europa ed Africa lo scorso novembre a Cipro, rappresentando l’Italia.
Quali sono le caratteristiche principali per essere un buon sommelier?
Per essere un buon sommelier bisogna avere passione e umiltà. Sicuramente la conoscenza è una parte fondamentale per essere un sommelier affermato e questo richiede tante e tante ore di studio. Saper degustare e capire il vino che si sta analizzando, utilizzando dei termini tecnici ma anche termini comprensibili da chi non fa questo lavoro. E, per finire, la parte pratica, ovvero il servizio del vino nel ristorante, che cambia a secondo del luogo in cui si lavora. Ma che deve avere degli standard adeguati anche quando non si lavora in ristoranti di lusso.
Si trova ancora oggi a Londra. Di cosa si sta occupando?
Sì, al momento vivo ancora in questa metropoli. Lavoro per un fornitore di vini: Friarwood Fine Wines. Qui mi occupo degli acquisti e delle vendite, con delle piccole consulenze per alcuni dei nostri clienti.