Come ogni anno, la rivista statunitense Wine Enthusiast ha assegnato il prestigioso riconoscimento di Wine Region of the Year, nell’ambito dell’Annual Wine Star Awards, giunto alla ventunesima edizione.
Un premio che per il 2020 vede l’Italia primeggiare a livello internazionale. Sì, perché è il Trentino la “Regione vitivinicola dell’anno” secondo il magazine Usa. L’ha spuntata su Adelaide Hills (Australia), Mendoza (Argentina), Rías Baixas (Spagna) e Santa Barbara County (California).
Il riconoscimento verrà ufficialmente assegnato oggi, 28 gennaio: a partire dalle ore 19, sul sito di Wine Enthusiast verranno pubblicati i video della premiazione e l'intervista della redazione dell’autorevole rivista americana a Giulia Zanotelli, Assessore all’Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca della Provincia Autonoma di Trento. Un evento che si potrà seguire in streaming, con la possibilità di partecipare con messaggi in diretta.
Trentino, Wine Region of The Year 2020
Nella motivazione, che la rivista aveva presentato per la sua candidatura, si legge: “Nella catena montuosa dolomitica del Nord Italia, la provincia di Trento ospita una miriade di vini di prim'ordine, guidati dal territorio. Alcune delle offerte più note sono imbottigliate con la Denominazione di Origine Controllata Trento (DOC), che produce esempi classici di spumanti metodo tradizionale a base di Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero", scrive la redazione di Wine Enthusiast.
Il premio incorona la patria di Trentodoc e delle bollicine di montagna, il metodo classico prodotto nel meraviglioso contesto delle Dolomiti, un paesaggio che vanta il titolo di Patrimonio Unesco.
“La provincia ospita anche il Trentino DOC, che racchiude un'ampia gamma di vini fermi che rappresentano la spina dorsale della regione a base di Pinot Grigio, Teroldego, Lagrein, Merlot e molte altre varietà regionali e internazionali", prosegue la rivista americana nella motivazione.
Quella che viene riconosciuta da Wine Enthusiast come migliore area vitivinicola del mondo si sviluppa in un territorio unico, che si distingue per più di 10 mila ettari di viti, 164 cantine e un milione di ettolitri prodotti con la doc.
Come ricorda Zanotelli, l’intera area vitivinicola ha adottato sin dagli anni Ottanta il sistema di difesa integrata. Il processo è stato promosso da “un protocollo d’intesa sottoscritto dai produttori, con l’obiettivo di favorire una particolare attenzione a salubrità e sostenibilità. Nel 2020 sono state 6.000, ossia quasi la totalità, le aziende trentine produttrici d’uva che hanno aderito al sistema di qualità nazionale di produzione integrata: si tratta della prima esperienza di questo genere in Italia per il settore vitivinicolo. Il metodo di coltivazione biologico interessa ad oggi una superficie di circa 980 ettari di vigneto, pari al 12% del totale. Il numero delle aziende in conversione è in costante aumento e lascia intravedere un incremento importante per i prossimi anni. Si tratta di un tema sempre più al centro dell’agenda politica, tanto che stiamo lavorando ad una legge provinciale ad hoc”, spiega l’Assessore in una nota ufficiale.
Come sottolinea Zanotelli, il territorio si distingue per una secolare tradizione spumantistica, ma anche per una grande biodiversità dal punto di vista climatico e varietale, con vitigni autoctoni quali Nosiola, Marzemino e Teroldego, oltre a quelli internazionali che vanno dallo Chardonnay al Pinot Grigio.
La regione è sempre più aperta all’enoturismo, che, nonostante l'emergenza sanitaria, è un altro ambito - strettamente connesso - in cui sta emergendo. Curiosi di scoprirla? Qui trovate gli itinerari cicloturistici, a spasso per i vigneti di Trentodoc. Da prendere in considerazione appena arriverà il bel tempo. Intanto, in alto i calici e… cheers.