Non si tratta di gestire un bar ma di fare cultura e sperimentazione sul mondo della mixology in Abruzzo. Un obiettivo non semplice ma raggiunto da Carmelo Licata, bertender di Seta Garden Bar a Giulianova.
Lui ce l'ha fatta e a Fine Dining Lovers racconta come.
Quando è stata la sua volta dietro il bancone di un bar?
Tutto iniziò all’età di 18 anni, quando iniziai a fare dei turni notturni in una discoteca della mia città, L’Aquila. Servivo i tavoli della discoteca ed aiutavo i bartender durante il servizio. Una sera non riuscì a venire al lavoro uno dei bartender e la proprietà mi chiedere di sostituirlo al bancone, nonostante non fosse il mio lavoro. D’un tratto tutto mi sembrò magico, la mixology fece uscire la parte estrosa e senza filtri del mio carattere. Mi fece capire quanto bello fosse stare dietro al bancone di un bar. Iniziai a studiare e a lavorare in vari cocktail bar della mia città.
Tra tutte queste esperienze, quali sono quelle che che più di tutte l’hanno formata come bartender?
Sicuramente la prima esperienza in un cocktail bar è come la prima volta sulla bicicletta a rotelle. È lì che impari a mantenerti in equilibrio senza cadere. Ho avuto la fortuna di ritrovarmi frequentemente al fianco di grandi del settore, fondamentali nella mia formazione, nella creazione di un punto di vista tutto mio su bar e miscelazione.
C’è qualcuno che considera il suo maestro?
Ammiro e rispetto moltissimi personaggi della bar industry, li osservo ed ognuno di essi ha un approccio differente al bar. Ne posso comunque citare sicuramente tre: Agostino Perrone, grande creativo, simbolo dell’eleganza e dell’accoglienza nel nostro settore; Remy Savage, un genio che, a livello tecnico; Alex Kratena, un personaggio che ha segnato la storia del settore ma che ne segnerà anche il futuro, con un nuovo modello di bar ed esce fuori da ogni tipo di schema.
Quando è nato Seta Garden Bar?
Seta Garden Bar è un progetto che nasce subito dopo la pandemia, maggio del 2021 da un’antica gelateria storica nel cuore di Giulianova. Il nome è stato pensato da Federica Feriozzi, proprietaria e mia compagna, che, insieme alla sua famiglia, ogni giorno mi aiuta nell'impresa di fare cultura e qualità nel mondo della mixology in Abruzzo.
Come descriverebbe l’ambiente di questo locale?
È uno street bar con il cuore di un hotel. Il servizio, l’accoglienza, l’abbigliamento sono tutti riconducibili all'eleganza di un bar da hotel. L’atmosfera rimane comunque informale e famigliare, per cercare di non escludere nessun ospite che abbia voglia di avvicinarsi a questo nuovo mondo. L'attenzione per i classici, il rito del Martini cocktail al tavolo rendono l’esperienza unica.
Come si compone la proposta cocktail attuale?
Abbiamo deciso di creare una carta coerente con il periodo "particolare" che stiamo vivendo, per molti caratterizzato da incertezza e minore disponibilità. Si chiama "Intervallo" ed è una sorta di meno di "decompressione" tra il menu estivo e quello invernale, che inseriremo il 24 dicembre 2022. Abbiamo così abbassato i prezzi dei signature, senza mai andare ad abbassare la qualità di quanto abbiamo sempre fatto. Utilizziamo poi interamente le materie prime coinvolte, per un approccio "no waste". Un esempio? Il cetriolo, di cui utilizziamo i semi, la polpa, la buccia, lo "scarto" dell’estratto per creare tre cocktail differenti.
C’è un drink che la rappresenta più di altri?
Forse il Martini, un cocktail che amo eseguire seguendo sempre un rito, per trasmettere all’ospite la sua importanza, eleganza e storia.