Passione per la cucina fin da piccoli, poi scuola alberghiera e stage in cucine prestigiose: questo è il percorso tipico degli chef famosi, ma siamo sicuri che tutti abbiano iniziato nello stesso modo? E siamo sicuri che la cucina sia stata fin da subito la carriera prescelta?
Che ci crediate o no, alcuni chef italiani prima di prendere padella e mestolo in mano hanno avuto altri amori e altre carriere: il ciclismo, l'università, l'avvocatura...
Scoprite con noi quali sono i protagonisti dell'alta cucina italiana che prima dei riconoscimenti, delle stelle e dei programmi televisivi, facevano qualcosa di completamente diverso.
Massimo Bottura | Da grossista a miglior chef del mondo
Credete che lo chef Massimo Bottura, 3 stelle Michelin all'Osteria Francescana di Modena, abbia iniziato subito a lavorare in cucina? Vi sbagliate di grosso. Massimo Bottura - oggi nella hall of fame dei World's 50 Best Restaurants, che raggruppa tutti i numeri uno al mondo - da giovane inizia a lavorare in qualità di grossista nell'azienda di famiglia, che si occupava di prodotti petroliferi. Intanto studia all'università Giurisprudenza, ma a un certo punto interrompe il suo percorso. Nel 1986, a 24 anni, decide di entrare nel mondo della ristorazione rilevando una trattoria vicino a Nonantola, e da lì parte il suo percorso da chef.
Cristina Bowerman | Da avvocato a chef stellata
La chef che ha incantato Roma, una stella Michelin a Glass Hostaria, tra i giudici di S.Pellegrino Young Chef 2018 non è sempre stata un caterpillar della cucina: Cristina Bowerman, come ha dichiarato in questa intervista, è passata da un campo all'altro, e solo all'ultimo si è dedicata alla cucina. Prima Lingue straniere, poi la Giurisprudenza che l'ha fatta arrivare in America. Proprio dall'altra parte del mondo capisce che dentro di lei c'è tanta creatività e che sarebbe stata la cucina il canale attraverso il quale esprimerla. Il punto di rottura fra la sua vecchia e la sua nuova vita? Quando guarda in tv un'intervista di Elena Arzak, in cui lei stessa racconta dei suoi studi al Cordon Bleu, scuola dove poi Cristina deciderà di iscriversi.
Moreno Cedroni | Dalla sala alle due stelle Michelin
La vita di Moreno Cedroni - due stelle Michelin alla Madonnina del Pescatore di Senigallia - è sempre stata legata alla ristorazione, ma il geniale cuoco non è sempre stato uno chef. Nel 1984, a 20 anni, rileva un locale sul lungomare di Senigallia e apre la Madonnina del Pescatore, appunto, ma per sei anni Cedroni non starà dietro i fornelli, bensì in sala. Poi, per caso, deciderà di entrare in cucina e di mettersi alla prova. In quel momento nasce il padre del Susci all'Italiana e di tante altre creazioni vocate alla sperimentazione: ricette figlie della grande ricerca che lo chef conduce nel suo laboratorio, The Tunnel, come ha spiegato di recente all'ultimo congresso LSDM 2019.
Giuseppe Iannotti | Dall'informatica al Krèsios
Dai calcoli matematici del perfetto ingegnere informatico ai fornelli del Krèsios: Giuseppe Iannotti non è sempre stato il talentuoso chef che ha conquistato nel 2013 la Stella Michelin. Dopo le superiori, Iannotti decide di proseguire gli studi e di iscriversi all'università, ma dentro di lui l'amore per la cucina non si spegne mai. Questo lo spinge a mettere da parte la laurea e a investire tempo e denaro nella sua struttura a Telese Terme.
Christian Milone | Dal Giro d'Italia alla Stella Michelin
Dalla bicicletta all'alta cucina. Christian Milone, classe 1979, una stella Michelin alla Trattoria Zappatori di Pinerolo, ha nel suo passato una carriera agonistica importante, fatta di diete, di allenamenti e di sacrifici. Nella sua storia da ciclista anche un Giro d'Italia nel 2002. A 25 anni, dopo aver gareggiato per ben 10 anni, abbandona la bicicletta e torna alla passione di famiglia, la Trattoria Zappatori, appunto, dove - ai classici della tradizione - affianca la proposta del suo laboratorio gourmet, la Gastronavicella. La cucina continua a dargli stimoli sempre nuovi: il suo ultimo e recente progetto è Madama Piola, indirizzo che ha aperto nel cuore di Torino, consacrato ai piatti della tradizione piemontese.
Davide Oldani | Dal calcio alla cucina POP
La carriera di Davide Oldani era bella che decisa: avrebbe fatto il calciatore. A 17 anni gioca nella Rhodense in C2, ma dopo una partita riporta una frattura della tibia e del perone. In quel momento nascono le fondamenta della sua Cucina Pop (la grande intuizione di una cucina gourmet alla portata di tutti) e del D'O, due stelle Michelin a Cornaredo. Tra gli ultimi progetti dello chef, la firma al menu del rinato Camparino in Galleria, nel salotto di Milano, tra le novità che vi abbiamo segnalato nel nostro bollettino dell'autunno/inverno.
Pino Cuttaia | Dalla fabbrica alle due stelle Michelin
Ebbene sì, Pino Cuttaia, due stelle Michelin a La Madia di Licata, tra i giudici di S.Pellegrino Young Chef 2019, prima di dedicarsi all'arte culinaria faceva altro. Inizialmente lavora in fabbrica a Torino, poi si avvicina alla cucina. La prima volta che ci entra, nel 1981, è per dare una mano a un amico. Inizia così a lavorare come lavapiatti e a fare pratica, sino ad approdare in importanti realtà piemontesi. Nel 2000, la decisione di tornare nella sua Sicilia e aprire il ristorante La Madia.
Marianna Vitale | Dall'agenzia di comunicazione al Sud
Un destino cambiato per la grande passione verso la cucina. Marianna Vitale, una stella Michelin al ristorante Sud di Quarto (Napoli) - anche lei quest'anno tra i giudici di S.Pellergino Young Chef - consegue una laurea in Lingua e letteratura spagnola. Poi, cominica a lavorare nel mondo del turismo e in un'agenzia di comunicazione, ma sente che la passione per il cibo è più forte. "Mi piaceva cucinare, inoltre nella mia famiglia si mangiava molto bene, il cibo è sempre stato un elemento molto forte e presente", ci ha raccontato. Così, dopo un'esperienza al fianco dello chef Lino Scarallo, una stella Michelin a Palazzo Petrucci, decide di dedicarsi completamente alla gastronomia e di aprire il suo Sud. Un successo che verrà incoronato da un astro Michelin.
Luca Marchini | Dagli studi economici all'alta cucina
Il percorso lavorativo di Luca Marchini sembrava già segnato in una direzione ben precisa, e invece... Lo chef di origini aretine de L'Erba del Re, una stella Michelin a Modena, presidente dell'associazione JRE Italia - Jeunes Restaurateurs d'Europe, ha cambiato strada nel vero senso della parola. Da sempre nutre una grande passione per la cucina, ma la vita lo porta a conseguire una laurea in Economia. Terminati gli studi, arriva il momento di fare un tirocinio, l'attrazione verso il mondo della gastronomia, però, ha il sopravvento. "Ho preso solo l'appuntamento per iniziare il praticantato presso un commercialista... ma non ci sono mai andato", racconta. È entrato, invece, nella cucina di Massimo Bottura, che non ha fatto altro che amplificare il suo grande amore per la cucina.
Filippo La Mantia | Da fotografo a oste e cuoco
Filippo La Mantia, come ci ha raccontato in questa intervista, prima di dedicarsi alla ristorazione, faceva altro: era un fotografo (con importanti reportage di cronaca all'attivo) che si dilettava a cucinare per gli amici nel tempo libero. Poi, a 40 anni, entra nel mondo della gastronomia, inanellando un successo dopo l'altro. Oggi non si definisce uno chef, ma un "oste e cuoco". "In realtà non mi sento dentro 'questo mondo', io vivo il lavoro di cuoco in un’altra maniera: non ho in me tutti i parametri che implicherebbe, nel senso che vivo questa attività come una questione di grande passione, di grandi prestazioni. Il mio obiettivo è far sì che il cliente sia contento, perché è il consumatore finale che decide se il tuo progetto funziona o non funziona", racconta. Tra i suoi ultimi progetti, la collaborazione con il Caffè Fernanda, all'interno della Pinacoteca di Brera, a Milano. Se dovesse cambiare di nuovo mestiere? "Credo che mi dedicherei alla musica", ci ha risposto. Nel 2021 ha dovuto affrontare, come altri ristoratori, le chiusure per la pandemia decidendo di chiudere il suo ristorante.