Cosa cerca in un giovane cuoco uno chef di successo? Lo abbiamo chiesto a Cristina Bowerman, una stella Michelin al Glass Hostaria di Roma, uno dei giudici della finale italiana di S.Pellegrino Young Chef 2018.
La chef sarà parte, insieme a Caterina Ceraudo, Ciccio Sultano, Carlo Cracco, Loretta Fanella e Anthony Genovese della giuria che selezionerà, fra 10 candidati italiani, il giovane cuoco italiano che parteciperà alla finale mondiale del contest di S.Pellegrino nel 2018.
Per conoscere meglio quali saranno i criteri di valutazione di Cristina le abbiamo fatto qualche domanda.
Quali maestri l'hanno ispirata quando era un giovane chef?
Thomas Keller mi ha ispirato probabilmente non solo per l'approccio professionale, ma per la sua pulizia e concentrazione nei sapori, così come Harold McGee, che ha elevato la cucina a scienza e mi ha aperto le porte alla cucina molecolare. Alice Waters, costante fonte di ispirazione, è stata la prima a parlare di cultura culinaria americanam e come donna per me è sempre stata una role model. Ho avuto la fortuna di incontrarla a Torino proprio l'anno scorso in occasione di un convegno Slow Food e ha confermato quello che immaginavo: donna di grande carisma e onestà intellettuale. Egil Valentin è stato il mio maestro più significativo e mi ha insegnato cosa sono la passione, lo studio, la curiosità. David Bull, invece, è quello che mi ha maggiormente ispirato: a lui riuscii a strappare la mia prima esperienza importante in un ristorante 5 diamonds.
Cosa cerca in uno Young Chef nel 2017?
Concentrazione, studio, determinazione, voglia di imparare ma soprattutto coraggio. Coraggio per raggiungere e oltrepassare i propri limiti raggiungendo i propri obiettivi.
Quali errori non deve mai commettere un giovane chef?
Quello di non essere abbastanza curioso e pensare di poter diventare chef senza aver prima fatto le mansioni più umili. Quello che siamo, a qualsiasi età, è il risultato delle nostre esperienze: più riempiamo, più abbiamo da attingere e dare.
Ingredienti, tecnica, genio, bellezza e messaggio: qual è la Golden Rule più insidiosa secondo lei?
Le più insidiose sono gli ingredienti e la bellezza. Molti ingredienti sono perfetti in natura per come sono e nell'immaginario comune "non devono essere manipolati più di tanto". Quando si decide di affrontarli, si rischia più di quello che si immagina. La bellezza... insidiosa perché può offuscare tutto il resto. Sia se troppo bello sia se troppo brutto.
Quale piatto porterebbe a S.Pellegrino Young Chef se oggi fosse uno chef under 30?
Porterei un piatto che rappresenta la mia cucina: contaminata. Un piatto italiano negli ingredienti ma magari che ha subito un processo di preparazione magari asiatico.. Mi piace viaggiare e studiare culture straniere e non potrei farne a meno!