Si è tenuto ieri pomeriggio, 18 gennaio 2021, l’attesissimo l’incontro per via telematica tra Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi, e il ministro per lo Sviluppo economico Stefano Patuanelli.
Dopo gli appelli dei giorni scorsi, ultima la lettera degli Ambasciatori del Gusto alle istituzioni, tornano ad accendersi i riflettori sulla difficile situazione dei ristoratori.
La principale richiesta contenuta nel documento unitario presentato da Fipe-Confcommercio e Fiepet-Confesercenti al ministro Patuanelli?
“Restituire la dignità al settore dei pubblici esercizi, attraverso un piano ben definito che conduca a una riapertura in sicurezza dei locali. Una riapertura anche graduale, purché stabile e in grado di garantire l’effettiva possibilità di lavoro a 300 mila imprese, che negli ultimi 12 mesi hanno registrato circa 38 miliardi di euro di perdita di fatturato”.
Il faccia a faccia è stato voluto e richiesto dalle associazioni maggiormente rappresentative del settore dei pubblici esercizi, e ha visto la presenza anche del viceministro Alessia Morani e dei sindacati di categoria, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.
“Nonostante gli investimenti già fatti dagli imprenditori del settore, siamo disponibili a implementare i protocolli sanitari, coinvolgendo anche il Comitato tecnico scientifico, con l’obiettivo di riprendere l’attività serale di ristorazione nelle Regioni gialle e dare la possibilità ai locali di restare aperti almeno sino alle 18 nelle zone arancioni”, spiegano Fipe e Fiepet.
“Nel 2020 il mondo della ristorazione è rimasto chiuso in media 160 giorni, mentre le imprese di catering e i locali di intrattenimento hanno di fatto perduto l’intero anno. Ecco perché è essenziale rafforzare le misure economiche a sostegno del settore, a cominciare dal decreto ristori Quinques, rivedendo i meccanismi di calcolo dei contributi a fondo perduto su base annua. Non solo. È indispensabile esentare i pubblici esercizi dal pagamento dell’Imu 2021, prolungare gli ammortizzatori sociali fino al termine del periodo di crisi, intervenire sulle locazioni commerciali, prorogando di altri 4 mesi il credito d’imposta e incentivando i locatori a ridurre i canoni ed estendere a 15 anni il periodo di ammortamento anche dei prestiti fino a 800 mila euro garantiti dal Fondo Centrale di garanzia. Provvedimenti straordinari per far fronte a un’emergenza straordinaria, che rischia di far scomparire un settore che dà lavoro a 1,2 milioni di persone e rappresenta una componente essenziale della filiera agroalimentare e dell’offerta turistica del nostro Paese”, continuano le associazioni di categoria.
E così concludono: “Serve ingranare una marcia diversa che inverta la stessa impostazione di principio riservata in questi mesi al settore dei pubblici esercizi, vittime di un rating reputazionale massacrato dalle insinuazioni sulla sicurezza e dalla classificazione di attività ‘non essenziali’. Le nostre imprese non sono interruttori, ma da sempre tengono accesa la luce in tutto il Paese: oggi meritano questo rispetto”.
Il ministro Patuanelli, come riporta la nota stampa di Fipe, ha mostrato apertura e disponibilità, considerando condivisibili le considerazioni e le richieste avanzate. E ha inoltre dichiarato di aver già richiesto un tavolo di confronto con il ministro della Sanità e con il CTS, per discutere sulle modalità di ripartenza del settore e intervenendo sui Protocolli Sanitari, prendendo in considerazione l’ipotesi di eleggere un commissario straordinario per gestire lo stato di crisi dell'intero comparto. Ha inoltre confermato lo stanziamento di ulteriori ristori perequativi e progressivi, rapportati alle perdite di fatturato dell’intero anno 2020, mentre per il 2021 si procederà inizialmente riprendendo le vecchie modalità utilizzate per gli indennizzi a fondo perduto.