Dal 1919, anno della sua creazione, ad oggi sono passati ben più di 100 anni ed uno dei cocktail più famosi al mondo è ancora sulla cresta dell’onda. Il Negroni è talmente conosciuto da avere un Official Fan Club (che conta 4.200 soci in 28 Paesi), una settimana a lui dedicata (dall’1 al 7 giugno), dei kit “fai-da-te” per prepararlo dove si vuole fino anche a dei ghiaccioli per combattere la calura estiva “con gusto”.
Come si legge su Drinks International è il “secondo cocktail più ordinato al mondo” e la sua storia comincia da lontano, molto lontano. Ci troviamo a Firenze, nella Drogheria-Profumeria Casoni e corre l’anno 1919. Il “miscelatore” al bancone è Folco Scarselli e, fra i suoi numerosi clienti, c’è anche il conte Camillo Negroni, appena tornato dai campi di battaglia della Grande Guerra.
Borghesi e nobili dell’epoca a differenza del resto della popolazione, che beve prevalentemente vino, preferiscono distillati e “miscele” provenienti dall’estero. Grazie a questa tendenza si diffonde così il mito dell’aperitivo “Americano” a base di vermut rosso, bitter e soda. Il conte, un giorno, però, chiede al proprio barman di fiducia di apporre qualche modifica al cocktail preferito, che glielo serve in una versione “irrobustita”: la soda è stata sostituita col gin, mantenendo lo stesso colore ed alzando la gradazione alcolica. Prende così vita la storia leggendaria dell’”Americano servito alla maniera del Conte Negroni”.
Diverse, ai giorni nostri, sono le variazioni attorno a questo cocktail, dettate dall’estro creativo dei Barman. La più famosa, comunque, rimane il “Negroni Sbagliato”, ideato nel 1968 al Bar Basso di Milano, a causa di un errore del barista di allora che, al posto del gin, utilizzò il prosecco. Tra le più recenti, ricordiamo anche il Negroni Red, una rivisitazione fresca e sorprendente a base di Sanbittèr Rosso, Gin, Vermouth e Bitter Orange. Non resta dunque che prepararlo nella versione che più si preferisce e brindare al primo secolo della sua gloriosa storia: 100 di questi anni, Negroni!