Quattro top chef mondiali con quattro storie diversissime da raccontare. Quattro chef donne trainanti che si sono unite agli altri membri dela giuria di S.Pellegrino Young Chef, il contest dedicato ai giovani chef. Margarita Forés (Filippine), Annie Féolde (Italia), Dominique Crenn (USA) and Ana Roš (Slovenia) con il loro bagaglio di esperienze e riconoscimenti internazionali, sono state chiamate a decretare il vincitore della competizione mondiale.
E, tra una pausa e l'altra, abbiamo approfittato di un momento libero per sederci con loro e scambiare quattro chiacchiere con ognuna di queste straordinarie donne della gastronomia mondiale. In un interessante confronto con le chef abbiamo infatti scoperto moltissimo sulle loro fonti di ispirazione, attraverso il filtro dell'uguaglianza di genere. Indagando le sfide e le prove che hanno dovuto affrontare lungo il loro percorso, abbiamo scoperto quattro racconti che ci hanno ispirato e speriamo possano ispirare quante decideranno di intraprendere la carriera professionale di chef. Ecco le loro storie.
MARGARITA FORÉS
Italofila, la chef filippina Margarita Forés ha collezionato un vero e proprio patrimonio culinario oltreoceano, sviluppato negli anni della giovinezza durante la sua esperienza presso "Signoras" in Italia. Nonostante sia letteralmente inciampata nella cucina e qui abbia trovato il suo amore, la chef è felice di guardare indietro al percorso che ha compiuto e che l'ha portata ad avere un portfolio in ambito ristorativo di tutto rispetto - oltre a una scuola di cucina - e racconta "30 anni di cammino, questa è la mia realtà".
Forés proviene da un paese dalla cultura che lei stessa definisce "matriarcale", in cui le donne ricoprono dei ruoli di responsabilità. Entusiasta di notare un cambiamento sostanziale nel mondo gastronomico - a suo avviso sempre più inclusivo per le donne - la chef ci ha parlato della "meravigliosa sinergia" che tutti i generi apportano alla cucina, rendendo l'intera industria gastronomica un universo vibrante e unico.
Forés ribadisce come sia arrivato il tempo di smettere di pensare in negativo e quanto sia necessario iniziare ad apprezzare il fatto che oggi più che mai le donne siano finalmente rappresentate nel settore. "C'è molta più attenzione a far sì che tutti i generi siano rappresentati in questo campo", ha commentato e anche i Best Female Chef Awards rappresentano un incredibile passo avanti in questa direzione. "Finalmente è arrivata l'ora di celebrare l'energia femminile in cucina".
Le Filippine, ricorda Forés, in questo momento registrano una presenza femminile superiore a quella maschile nelle scuole di cucina e questo "è un segno inequivocabile dei traguardi raggiunti nel campo. Le donne devono capire che i tempi sono cambiati moltissimo e che possono ricoprire gli stessi ruoli e affrontare le stesse sfide della loro controparte maschile".
Le aspiranti giovani chef del futuro, conclude la chef, dovrebbero valorizzare la loro unicità. "Delinea la tua identità partendo da chi sei e dalla tua femminilità", continua Forés, "oggi le chef donna sono molto più predisposte a farsi valere e dovrebbero avere fiducia nel fatto che sono in grado di compiere qualsiasi cosa in maniera unica arrivndo ad avere lo stesso successo degli uomini".
Celebra la tua unicità e sii una portabandiera dell'uguaglianza di genere. (Margarita Forés)
ANNIE FÉOLDE
Chef autodidatta di origine francese Annie Féolde, alla guida di Enoteca Pinchiorri di Firenze, è entrata in cucina per caso giovanissima, poco più che ventenne; il suo ingresso l'ha catapultata in una carriera costellata di successi, iniziata con l'aiuto del marito sommelier. La chef inoltre è la prima donna italiana ad aver ottenuto tre stelle Michelin.
Fonte di ispirazione e forte di una carriera dedita alla cucina che l'ha portata a "stare 20 anni in cucina, a leggere libri di notte e lavorare in cucina durante il giorno", la chef raccomanda però alle aspiranti chef di adottare un approccio più ortodosso alla formazione, che si traduce nell'adattarsi alle abitudini della cucina già dalla giovinezza: "imparate le basi della cucina a scuola, perfezionatevi nei ristoranti così che possiate capire se siete davvero interessate a questo mondo", dichiara la chef.
Per Féolde, la conversazione sull'uguaglianza di genere nell'industria gastronomica "è un passo fondamentale perché le donne possano avere le stesse opportunità professionali degli uomini e possano scegliere con consapevolezza se intraprendere una carriera nella gastronomia o dedicarsi alla vita familiare".
Guardando indietro, Féolde indirizza alle giovani chef questo consiglio: "E' importante che siate cosciente di quello che farete. Una volta scoperto, potrete prendervi cura della vostra famiglia, dei vostri figli e anche della vostra carriera... Non è impossibile conciliare le due cose, ma sappiate che la strada da percorre non è semplice".
Dovete sentire forte e chiara la passione per questo lavoro, perché è un lavoro costellato di sacrifici, oltre a essere un lavoro bellissimo. (Annie Féolde)
DOMINIQUE CRENN
Fresca di nomina '‘Best Chef in the West’ ai James Beard Awards, Crenn si è detta onorata di ricevere finalmente un premio non di genere, allacciandosi a un discorso che intende portare avanti un mondo di "inclusione e accettazione".
Crenn sostiene a gran voce il suo motto "E' tempo di fare la cosa giusta" soprattutto quando si parla di uguaglianza di genere nell'industria gastronomica; un vero e proprio mantra che la chef porta persegue anche a casa sua, nei suoi ristoranti a San Francisco: "Siamo una compagnia che accoglie la diversità - ci interessano tutti i modi di vivere, vogliamo portare avanti una discussione perpetua sull'argomento, ispirare ed essere ispirati dagli altri e cerchiamo di fungere da esempio tutte le volte che possiamo. Attualmente le donne sono circa il 60% della compagnia".
Un vero e proprio ambasciatore dell'uguaglianza di genere, Crenn ha fatto notizia nel mondo gastronomico per essere stata la prima chef negli Stati Uniti a ricevere le due stelle Michelin per il suo ristorante eponimo di San Francisco, Atelier Crenn. Oltre a disprezzare l'"ignoranza", la chef insiste sul fatto che il successo deriva da un "lavoro duro", ma sottolinea anche la sua neutralità nel ruolo che ricopre: "Sono un cuoco, non importa se sono uomo o donna", afferma.
Crenn è nota per il suo impegno nel promuovere un cambiamento nel mondo gastronomico. "Noi donne siamo il cambiamento. Siamo gli artefici del nostro destino e dobbiamo solo esserne consapevoli", afferma Crenn. La chef inoltre parla di abbracciare la diversità, perché "la diversità è necessaria e solo con la diversità è possibile intavolare delle discussioni, idee e continue evoluzioni per cambiare lo stato delle cose".
Rivolgendosi invece a tutte le aspiranti chef la chef racconta della sua infanzia e di come crescere in una famiglia in cui i ragazzi e le ragazze vengono educati agli stessi valori di vita e umanità sia fondamentale. "Dovete imparare a conoscervi... Se avete delle competenze, uscite e mostratele al mondo, non abbiate paura", conclude Crenn.
Dovete avere fiducia in voi stesse, imparare a conoscervi e capire che nessuno è migliore di voi e proprio per questo non siete migliori di nessuno. (Dominique Crenn)
ANA ROŠ
Anche Ana Roš è una chef autodidatta; suo infatti è il ristorante Hiša Franko, che ha ottenuto importanti riconoscimenti da quando la chef si è avvicinata alla cucina, per caso. Infatti la Roš, poco più che ventenne, ha iniziato a occuparsi della cucina nel ristorante di famiglia in Slovenia. Da sciatrice professionista a quasi diplomatico, la chef si dedica alla cucina ogni giorno da quasi due decadi, impegno che le è valso un posto nell'empireo dell'alta gastronomia nonché il titolo di World’s Best Female Chef in 2017.
Vista dall'esterno, la sua sembra una vita perfetta e pittoresca, condotta nella rurale Soča. Ma portare avanti una famiglia, un'azienda, una cucina creativa e essere anche ambasciatore della cucina slovena nel mondo non è poi così semplice: "Ho vissuto dei momenti molto difficili, alcune decisioni riguardanti la mia carriera sono state particolarmente difficili da prendere", spiega la chef.
Tuttavia, più che in altre sfide istituzionali, Roš cita l'ostacolo più grande che ha incontrato durante la sua carriera, se stessa. In un mondo che richiede il 100% di impegno e dedizione, la chef ha avuto problemi con il concetto di parità totale in cucina. Andando più nel profondo, la chef punta il dito contro il "senso di colpa" che spesso accompagna la carriera femminile. "L'impressione che si ha è quella di non essere mai abbastanza. Sia con i figli che in cucina. Forse gli uomini convivono meglio col senso di colpa (o non ne sono consapevoli)", dichiara la chef.
Realista e gran lavoratrice, Roš non ha mai smesso di credere che sia possibile conciliare tutto. Forte del successo di Hiša Franko (che si attesta al numero 48 dei World's 50 Best Restaurants 2018), il ristorante le ha infuso il coraggio che le mancava e ha ripagato le difficoltà affrontate. Anche le giovani chef possono avere tutto, dichiara Ana Roš: "Ricordatevi che ci sono molte donne che sono state contemporaneamente mogli eccellenti, madri e grandi chef".
Sempre pragmatica, Roš auspica "un futuro più bilanciato" che non faccia distinzione di genere; inoltre la chef vorrebbe che le cucine fossero più "umane" con meno ore lavorative, in modo da poter garantire a tutti di "conciliare vita privata e professionale". Una pratica che la chef porta avanti da tempo nel suo piccolo.
Credete nei vostri sogni e non scoraggiatevi, nemmeno nei momenti più duri. (Ana Roš)
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