E chi Io sa! Chi Io sa come è Napoli veramente. Comunque io certe volte penso che anche se Napoli, quella che dico io, non esiste come città, esiste sicuramente come concetto, come aggettivo. E allora penso che Napoli è la città più Napoli che conosco e che dovunque sono andato nel mondo ho visto che c'era bisogno di un poco di Napoli.
Se non lo sa Luciano De Crescenzo, qual è la vera essenza della sua città natale, non possiamo avere la presunzione di saperlo noi. Una città fatta a strati tagliati spessi di storia, dove non si toglie ma si aggiunge e i quartieri sono fatti di pieni senza vuoti. Una città che ama raccontarsi e raccontare, e che allo stesso tempo sfugge sempre a una descrizione definitiva, facendosi odiare nell'attimo in cui pensi di amarla. Una città che due giorni non bastano a conoscere, ma in cui due giorni sono abbastanza per assaggiarne qualche morso. In senso letterale.
Farsi consigliare dove mangiare bene a Napoli è difficile. Ognuno ha le sue idee su quale sia la trattoria migliore, la pizza più autentica, il babà perfetto. Noi - senza nessuna presunzione di autorevolezza - vi consigliamo un piccolo itinerario gastronomico per scoprire Napoli in un tempo compatibile con qualsiasi esigenza lavorativa: un weekend di taralli e spaghetti, 48 ore concentrate di cibo e passeggiate. L'abbiamo diviso in due giorni, indicandovi l'itinerario che potete percorrere a piedi.
Ecco i nostri consigli per mangiare bene a Napoli:
COLAZIONE DA LEOPOLDO INFANTE

La storia di Leopoldo Infante comincia nel 1940. Nato come tarallificio, ora ha cinque negozi-bar-pasticceria in tutta la città, che - pur mantenendo qualità dei prodotti e rigoroso rispetto della tradizione - hanno saputo adeguarsi ai tempi e ora sfoggiano in vetrina, di fianco ai barattoli di sanguinaccio o ai babà, macarons e torte all'americana.
Nell'elegante sede in in zona Chiaia sedetevi a un tavolino fuori, ordinate uno dei loro celeberrimi cappuccini e godetevi il passeggio di via Colonna accompagnandolo con una sfogliatella o un'altra monoporzione. Prima di andare via, però, d'obbligo un acquisto dei taralli: classici quelli nzogna e pepe (strutto e pepe), intelligenti quelli vegani a base olio.
Leopoldo Infante
Via Vittoria Colonna 46
www.leopoldoinfante.it
PIZZA DA 50 KALÒ

Vi avevamo già parlato della pizzeria aperta quasi due anni fa dal "figlio d'arte" Ciro Salvo. Qui conviene attenersi alla tradizione e optare per la Marinara o la Margherita, oppure - per gli stomaci davvero, davvero coraggiosi - gettarsi sulla Pizza fritta ripiena di ricotta di bufala, provola di Agerola e cicoli. Sperimentate magari sull'abbinamento, provando bollicine come quelle del Franciacorta Rosè di Corteaura.
Non si può prenotare, quindi preparatevi a una coda che neanche nelle discoteche più esclusive di Milano. A ripagarvi della lunga attesa l'antipasto di fritti (gli immancabili crocchè di patate e frittatina di bucatini, ragù e besciamella) e l'arrivo della pizza al tavolo: vedere quel cornicione alto e morbido straripante dal piatto riempie il cuore.
50 Kalò
Piazza Sannazzaro 201/B
www.50kalo.it
CENA AL GRAND HOTEL PARKER'S

La vista del Grand Hotel Parker's ha pochi paragoni in città: ampio sguardo che dal golfo di Napoli spazia fino a Capri, l'albergo nasce nel 1870 da un bel palazzo liberty che - pur consumato dal tempo e con un netto, ma piacevole, sapore fanè - conserva ancora il fascino di ambienti che hanno ospitato anche Oscar Wilde e Virginia Wolf.
Se decidete di alloggiare qui, provate il Ristorante George all'ultimo piano. Mentre gli occhi vagano incantati tra il Vesuvio e la collina di Posillipo, lo chef vi proporrà calmierate rivisitazioni della cucina napoletana che spesso colpisce nel segno, come nel caso delle Fettuccine di seppia con funghi e crema di patate affumicate oppure del Gelato di Mozzarella con confettura di pomodori
acerbi alla vaniglia.
Grand Hotel Parker's
Corso Vittorio Emanuele 135
www.grandhotelparkers.it
PIZZA GOURMET GIUSEPPE VESI

Giuseppe Vesi da anni persegue una scelta rigorosa e ostinata e lavora solo con farine da grano tenero italiano 100% macinato a pietra da agricoltura integrata. Tutti gli ingredienti sono biologici e ultra-tracciati, dai Presìdi Slow Food alle specialità internazionali come lo Jambon de Bosses DOP o il Cashel Blue.
Il risultato è una pizza più leggera e meno elastica rispetto a quella che ci si aspetterebbe a Napoli, più simile alle "gourmet nordiche", con una leggerezza che la rende particolarmente godibile. Prezzi lievemente più alti della media, dai 5 ai 14 euro. Consigliamo una birra artigianale dall'ottima selezione - specialmente la Nursia prodotta dai monaci benedettini.
Pizza Gourmet
Viale Michelangelo 77-83
www.pizza-gourmet.it
GRANGUSTO

Due piani di gastronomia, macelleria, ortofrutta, pasticceria, pescheria: GranGusto è lo store gourmet (di lusso) che tutti vorremmo avere sottocasa, con centinaia di prodotti scelti tra le eccellenze italiane e internazionali che si fanno perdonare la sfortunata location vicino al porto.
Ne L’Angolo di Grangusto, 25 coperti "nascosti" tra le oltre 2000 referenze dell'enoteca, trovate la cucina dello chef Gianni Vanacore: affidatevi alla sua mano sicura con il menu al buio, ricco di spunti brillanti e con una commovente scelta della materia prima. Obbligatorio ordinare gli Spaghettoni selezione Gentile con datterino giallo, anguilla e croccante al nero e concludere con un Tronchetto con cremoso al pistacchio di Bronte, lamponi, sfoglia croccante e sorbetto al cioccolato.
Gran Gusto
Via Nuova Marina 5
www.gran-gusto.it
PASTA STORE DI MARTINO

Prima di ripartire, sia nell'aeroporto di Napoli Capodichino che nella Stazione Centrale trovate la pasta dello storico Pastificio Di Martino. Uno store monomarca in cui trovano posto tutti i formati della Pasta di Gragnano Igp, in confezioni decorate a mano o in scatole di latta: il souvenir perfetto da riportarsi a casa. Nulla meglio di uno spaghettino curerà la nostalgia di Napoli.
Pasta Store di Martino
Stazione Centrale - Piazza Garibaldi
www.pastadimartino.it