È cominciata e si è conclusa sulle note di Viva l'Italia la cerimonia di premiazione di 50 Top Pizza. Un momento di orgoglio patrio quasi inevitabile, visto che tutta la serata, svoltasi tra le suggestive mura di Castel dell'Ovo, era volta a celebrare un'eccellenza nostrana.
La classifica delle 50 migliori pizzerie d'Italia, nata dalla collaborazione di Luciano Pignataro, Albert Sapere e Barbara Guerra (LSDM), che ha fra gli sponsor anche S.Pellegrino e Acqua Panna, è stata presentata a pubblico e stampa giovedì 20 luglio. Le prime cinquanta posizioni spaziano da Trento a Palermo, ma il podio è tutto campano: al primo posto c'è Franco Pepe di Pepe in Grani a Caiazzo, provincia di Benevento, seguito dal napoletanissimo Gino Sorbillo e dai fratelli Francesco e Salvatore Salvo di San Giorgio a Cremano.

Pepe, visibilmente emozionato, è salito sul palco accompagnato dai suoi due figli: uno lavora già con lui, l'altra sta studiando e "spero che poi decida di portare le sue conoscenze nella pizzeria". Un affare di famiglia, quella dei Pepe con la pizza, visto che lo stesso Franco è figlio e nipote di pizzaioli. "Ora sento una grande responsabilità sulle spalle" ci confessa Pepe, una volta sceso dal palco "Per me e per tutte le persone che lavorano per me: da un vicolo vuoto di Caiazzo sono riuscito a dare lavoro a 33 ragazzi. Mi sembra ancora surreale aver vinto questo premio. A volte mi sembrano eccessivi anche i complimenti dei clienti. In fondo fare la pizza è la cosa che mi viene più naturale fare". Il temo di stringere qualche mano e via, Franco Pepe è ripartito: ha 400 prenotati quella sera a cena.
È una storia di famiglia anche quella di Sorbillo, che ha vinto il Premio San Pellegrino per la Miglior Comunicazione Web e Social. "Stiamo vivendo un periodo di gloria, ma non dobbiamo dimenticare che fino a poco tempo fa eravamo come chef di serie B" racconta "Molti si vergognavano di far parte di famiglie di pizzaioli, mentre io ne sono sempre stato orgoglioso".

Come si sente, un ambasciatore della napoletanità come lui, a condividere una classifica con pizzerie "creative", che nell'ultimo decennio hanno profondamente cambiato la concezione e la fruizione della pizza, come ad esempio Berberè? "La pizza è sempre pizza. Napoli ne ha costruito la storia, ma ora esistono diverse forme di espressione e io sono aperto a tutte. Qui in città la pizza varia da quartiere a quartiere, dal "piatto da signori" di Vomero e Chiaia allo street food dei vicoli: figuriamoci quanto può variare in Italia!".
Senza inutili retoriche, insomma, l'atmosfera generale sembrava essere quella di condivisione e tifo, con molte ovazioni e pacche sulle spalle, complimenti reciproci e foto di gruppo. "Questa che abbiamo qui davanti, stasera, è l'Italia che funziona" si complimenta Pignataro dal palco "L'Italia che ha disciplina e lavora". E l'applauso finale, meritatissimo, è per tutti.