Le stagioni sono cicliche: l'estate torna come sempre e ripropone clichè, ciabatte, parei e orrori culinari. Che siate al mare o in città, in vacanza all'estero o in Italia, ci sono cose di cui senza dubbio vi siete stancati o di cui vi stancherete a breve (anche se al momento siete ancora ignari). Ecco 7 cose di cui faremmo volentieri a meno in questa caldissima estate.
7 cose di cui fare a meno quest'estate
L'insalata di pasta
La pasta fredda, o insalata di pasta come amano chiamarla gli addicted di questo scempio culinario, va bene solo se siete Bruno Barbieri e avete sulle spalle oltre 5 stelle Michelin. La pasta fredda presentata nelle pirofile bianche di certi bar cittadini, ci riporta inesorabilmente agli anni '80, il decennio più buio della cucina italiana per cui non smetteremo mai di ringraziare Gualtiero Marchesi per averci donato un po' di luce. Ma senza scomodare il grande Maestro, lo capiamo da soli che una pasta sempre scotta, servita ghiacciata e spesso condita con tonno in scatola di dubbia qualità, piccole mozzarelline a pasta filata e qualche pomodorino è un'ingiusta pratica di tortura inflitta ai lavoratori degli uffici di città che devono già combattere contro il caldo asfalto, gli orari ridotti dei mezzi di trasporto e il miraggio della sempre troppo lontana data della partenza verso le vacanze. L'insalata di pasta non è un piatto riuscito male, è un'ingiustizia che nessuno merita. E se proprio ci siete affezionati, qui trovate le valide alternative alla pasta fredda!

L’aria condizionata a temperature siberiane
Vi è mai capitato di entrare in un ristorante a luglio, magari nelle zone limitrofe al centro dove solitamente le temperature non sono esattamente gentilissime? Ecco, l’aria condizionata di certi locali e ristoranti realizza il sogno del teletrasporto senza però alcun beneficio per l’organismo. Questo sbalzo di temperatura repentino e violento può causare vere e proprie escursioni termiche che portano solo brutte conseguenze. Inutile entrare nel dettaglio, ci limitiamo ad affermare che l’aria condizionata dovrebbe alleggerire il peso dell’afa e rendere la nostra permanenza a tavola più gradevole, non è necessario che ci catapulti in una crociera sui fiordi norvegesi a dicembre. Sempre che non si servano salmone, panna acida e aringa essiccata…
I ghiaccioli dai mille colori e un unico gusto
Quante volte vi sarà capitato di ricorrere ai ghiaccioli per rinfrescare l’ora della merenda? Innumerevoli, ve lo diciamo noi. Peccato che c’è tutto un mondo fatto di ghiaccioli che hanno tutti lo stesso sapore. I colori cambiano, ma la lunga permanenza dei freezer a pozzetto di alcuni bar, riduce i piccoli mattoncini di ghiaccio ad un unico indefinito sapore. Sarebbe bello un mondo fatto di ghiaccioli dai colori meno fluo ma dai sapori di anguria, limone, menta e chissà quale altra “leccornia”. E se vi sembra utopico, abbandonate questa idea, perché da quest’anno c’è una novità: ci ribelliamo e i ghiaccioli ce li facciamo da soli! Qui tutti i passaggi di preparazione.

Crema al caffè
Non si può di certo definire sgradevole quella poltiglia piena di cristalli di ghiaccio che viene servita in alcuni bar, ma perché è stata chiamata crema al caffè se della crema non ha niente? Anche questo rientra negli enigmi estivi che neanche i solutori più abili riusciranno a risolvere. Certo è che a volte bisognerebbe prendere una posizione netta e scegliere se ordinare un caffè freddo (fatto come si deve, se no siamo punto e a capo) e un buon gelato al caffè. Qui trovate 10 gelaterie gourmet da provare in tutta Italia!
Il pinzimonio dell’anno scorso
Il mondo dell’aperitivo, soprattutto nelle grandi città, ha sempre di più una voce importante per quanto riguarda cocktail, location e anche proposta gastronomica. Ma quanto è frustrante vedere arrivare al tavolo il pinzimonio moscetto? Carote annerite nei punti di taglio, finocchi dagli strati tutt’altro che compatti e cetrioli privi di vita sguazzano in piccole ciotoline con olio, sale e pepe in proporzioni del tutto casuali. No, il pinzimonio è una faccenda seria anche se si tratta di un semplice stuzzichino per accompagnare un drink.
Il pokè, l’insalata di riso che ha pensato di potercela fare
I millennials sono stati allevati a programmi televisivi che hanno condizionato le loro vite relazionali, in inverno, e a insalata di riso d’estate. Quando nell’aria si diffondeva quella voce “ho fatto l’insalata di riso”, il millennial sapeva che avrebbe mangiato insalata di riso per i successivi 5 pasti (almeno). E siccome i genitori dei millennials sono gli stessi che hanno attraversato la tempesta degli anni ’80 (vedi alla voce insalata di pasta), le insalate di riso le ricordano come un’accozzaglia di ingredienti del tutto casuali accompagnati da riso scotto e nei casi peggiori da ettolitri di maionese industriale. Superati i traumi adolescenziali dell’insalata di riso (grazie anche alla normalizzazione della psicoterapia), i millennials sono stati colpiti nuovamente, questa volta dal fenomeno del pokè che, così come si è dilagato in Italia, è un’insalata di riso che ha pensato di potercela fare. Ma la gloria è durata poco, perché i più attenti (ma anche quelli più distratti) si sono accorti che il pokè non è altro che un’insalata di riso con un nome più carino e qualche ingrediente un po’ più esotico.

Prosciutto e melone non è una cosa che accade, ma una ricetta che va pensata
A pagina 172 de La Grammatica dei Sapori, uno dei migliori libri che siano mai stati scritti sull’abbinamento tra i cibi, c’è la voce “prosciutto crudo & melone” ed è qui che è spiegato tecnicamente questo binomio che non è quasi mai vincente. Harold McGee, uno tra i più autorevoli autori americani di chimica e storia della scienza dell’alimentazione e della cucina, scrive che durante il processo di invecchiamento, i grassi insaturi del prosciutto crudo si scindono formando una serie di componenti volatili, alcune delle quali hanno note caratteristiche di melone. Prosciutto e melone sono quindi un’armoniosa combinazione. Bisogna però fare attenzione perché come sempre è una questione di equilibri e le regole sono chiare: non bisogna esagerare con le quantità di melone per non soffocare il sapore del prosciutto, non bisogna usare meloni acerbi ma nemmeno troppo maturi per evitare che il suo aroma vi si stagni in gola, la temperatura di entrambi gli ingredienti non dovrà essere né troppo calda né troppo fredda e non potranno essere disposti nel piatto troppo prima del servizio per evitare che il melone rilasci il suo succo annacquando il povero prosciutto. Ok, è chiaro che volevate mangiare solo un piatto di prosciutto e melone fresco e poco impegnativo, ma certe cose non possono essere ignorate.

I giudizi
Infine, quello che ci piacerebbe non vedere più quest’estate sono i giudizi. Vi va di mangiare i tortellini in brodo il 15 agosto? Fatelo. Volete portare in spiaggia la parmigiana di melanzane fritte? Fatelo. Volete mangiare insalata di pasta, pokè, crema al caffè, pinzimoni esanimi e prosciutto&melone preparato ore prima? Fatelo. Siamo creature libere, per fortuna, e come tali possiamo decidere cosa e come mangiare. Non dimentichiamoci mai di aggiungere il sale dove serve e quel pizzico di ironia che è alla base di tutto, anche dell’alta gastronomia.