In campo gastronomico l'Emilia Romagna ha pochi rivali. 41 tra prodotti DOP e IGP, diversi Presìdi Slow Food, una lunghissima tradizione di piatti tipici e ricette tradizionali che sono diventati famosi in tutto il mondo (è sufficiente menzionare tortellini e lasagne?). Per non parlare del fatto che proprio nella regione, a Modena, c'è il secondo miglior ristorante del mondo.
Sono tanti i percorsi culinari da seguire nella regione, così tanti che si rischia di perdersi. Per questo abbiamo selezionato 8 prodotti tipici dell'Emilia Romagna: rappresentano solo una minuscola parte del patrimonio della regione, ma sono già un buon modo per iniziare a scoprire la terra dei chioschi di piadine e delle sfogline dalle braccia forti, dove la felicità profuma di ragù e i formaggi stagionano nelle fosse.
Sarebbe stato troppo facile parlare di Culatello di Zibello e Parmigiano Reggiano (a proposito, lo sapevate che esiste in versione kosher?), mortadella e Aceto Balsamico. Noi siamo andati alla ricerca di specialità meno conosciute, di cui vale la pena fare almeno un assaggio.
ANGUILLA MARINATA DELLE VALLI DI COMACCHIO
L'anguilla è un pesce affascinante, tanto brutto quanto buono, che trova nelle Valli di Comacchio la sua terra d'elezione. Visto che la pesce è concentrata in un periodo limitato (novembre-gennaio), è tradizionarle cuocerle allo spedie e poi metterle in salamoia dentro gli zangolini, recipienti di legno dove vengono marinate mesi in aceto e sale.
MARIOLA
Immagine: Fratelli Salini
Aroma muschiato e speziato, sapore intenso che permane in bocca a lungo: il primo assaggio di mariola non si scorda mai. Questo salume tradizionale della Bassa Parmense e del Piacentino, dalla caratteristica forma tonda, si trova sia cotto che crudo: tradizionalmente, la prima era la versione "dei poveri", la seconda quella "dei ricchi".
RAVIGGIOLO
Immagine: Parks
Un formaggio dolce e delicato poco conosciuto fuori dalla regione, a causa della sua (quasi) impossibilità a essere trasportato: si produce da ottobre a marzo, e va consumato pochissimi giorni dopo la produzione. La cagliata, di latte di mucca o pecora, non viene rotta: ci si limite a scolare e salare la massa tra foglie di felce. La sua prima citazione risale addirittura al 1515.
SALE MARINO ARTIGIANALE DI CERVIA
Immagine: Italian Botanical Heritage
In mezzo a tanti sali gourmet stranieri, facciamo una scelta local e acquistiamo un barattolo di sale di Cervia: un sale marino non raffinato, ricco di oligoelementi, dal sapore più dolce - sappiamo che suona come un paradosso - per una presenza più limitata dei cosiddetti sali amari. In questa zona si produce sale dai tempi degli Etruschi, e oggi la Riserva delle Saline è area naturale protetta.
VACCA BIANCA MODENESE
Immagine: La Grande Abbuffata
Nella regione le razze cosiddette pregiate di animali, sia bovine che suine (chi non ha sentito parlare di Mora Romagnola?), sono tante. Merita una menzione la Vacca Bianca Modenese, che ha rischiato l'estinzione, e di cui rimangono poche centinaia di capi. Il suo latte è particolarmente adatto alla produzione di Parmigiano Reggiano, ma anche le carni sono ottime da consumare.
COPPIA FERRARESE IGP
Immagine: Sapori Ferraresi
Un pane di Ferrara dalla storia secolare, questo "pane ritorto" (o "intorto") già molto apprezzato sotto la Signoria degli Estensi ha un nome in dialetto per ognuna delle sue parti, dal mulinott, il centro morbido, al grustin, le estremità croccanti ottime da consumare avvolte in fette di mortadella o prosciutto.
PERA COCOMERINA
Uno dei cosiddetti frutti dimenticati, che ora viene riscoperto da produzioni piccole e artigianali. Piccola e profumatissima, la pera cocomerina si trova nell'Appennino Romagnolo, ha un sapore particolarmente dolce e un aroma intenso, ma soprattutto un colore rosso che la rende unica nel suo genere.
PATATA DI TOLÈ
Immagine: Eventi e Sagre
Per i bolognesi DOC le uniche verdure contemplabili sono le patate. Specialmente quelle di Tolè, sugli Appennini emiliani, dove cresce una patata a pasta gialla o a basta bianca che si presta a innumerevoli utilizzi: le prime sono ottime fritte o al forno, le seconde possono essere declinate in gnocchi o purè.