Il titolo di un blog di cucina è come il primo post: può raccontare la storia di chi lo scrive meglio di molte descrizioni. E' questo il caso di Claudia Minnella: food blogger siciliana di nascita ma milanese d'adozione, ha iniziato con il food blogging quattro anni fa, mentre viveva a Parigi per stare accanto al marito chef. Et voilà, ecco servito il blog La Femme du Chef: la donna (o moglie) dello chef, appunto. "Sentivo il bisogno di fermare tutte le esperienze ed emozioni che stavo vivendo, oltre che di restare in contatto con l’Italia anche solo virtualmente", spiega Claudia.
Nato come diario di bordo dell'avventura parigina, in quattro anni il blog si è aperto al racconto di esperienze - viaggi, incontri con gli chef, eventi - legati dal filo rosso della passione per il buon cibo. Un'idea che Claudia non abbandona, anche oggi che è tornata in Italia: "La Femme du Chef mi rispecchia al 100% nelle mie imperfezioni - aggiunge - in quello che cucino, nel racconto della mia vita familiare".
Fine Dining Lovers ha rivolto a Claudia 9 domande, per conoscerla più da vicino.
Se fosse un piatto, quale sarebbe? E il blog, che piatto sarebbe?
Io sono una pastasciutta saporita, una pasta alla norma siciliana per essere precisi. La Femme du Chef è una chouquette leggera, dolcissima e con un tocco francese!
Uno chef che rappresenta una fonte d'ispirazione?
Escludendo il marito, che mi aiuta quotidianamente nei miei esperimenti ai fornelli, ammiro molto gli chef francesi per la capacità di essere contemporaneamente innovatori e rigorosi. Tra tutti, Michel Bras è quello a cui guardo per la grande abilità nel trattare le materie prime.
Qual è il primo sapore che ricorda?
Il pane di semola con il “cimino”, ossia il sesamo sulla crosta.
Un consiglio “di gusto” al suo migliore amico.
La colazione con granita di gelsi e la brioche “col tuppo” appena sfornata.
Cosa non mangerebbe mai?
Le interiora. Ci ho provato tante volte ma è un amore che proprio non sboccia.
Il cibo di cui morirebbe?
La pizza, a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Qual è il sapore perfetto?
Pane, olio e sale.
Anno 2050: cosa porteremo in tavola?
I piatti buoni e sani che, a pensarci bene, sono quelli della nostra tradizione contadina.
Chiudendo gli occhi e pensando al piacere della tavola, cosa vede?
Tante persone sorridenti che si ritrovano e parlano animatamente, il profumo del ragù e il tintinnare dei bicchieri.