Frequentati da una clientela sempre più internazionale, gli alberghi delle principali città italiane e non, attirano sempre di più l’attenzione di chi vuole concedersi il piacere di assaporare un tè, una bevanda o sorseggiare cocktail di qualità in qualsiasi momento della giornata. Location di lusso, servizi tailor made sono i due elementi che hanno portato i cocktail bar degli alberghi e i loro manager a vivere un grande momento di ascesa, complice l’enorme afflusso di turisti e di uomini d’affari che, tendenzialmente, hanno degli standard più elevati e puntano a servizi di qualità e personalizzati.
Ambiente, servizio costruito a regola d’arte e drink list rinomate dove, spesso, vengono messe in evidenza le specialità della casa: sono questi alcune caratteristiche che rendono unici e particolari i cocktail bar di alcuni hotel. Da quelli di design, dall’architettura moderna e innovativa, a quelli più “classici”, che generalmente offrono ai propri ospiti ambienti più intimi, rispettando quella che è la tradizione locale: i bar degli alberghi spesso riflettono lo spirito e lo stile di vita delle città che li ospitano. Un modo per sorseggiare un buon drink immergendosi nell’atmosfera locale ma, soprattutto, per essere catturati e avvolti dalla storia dei cocktail che si stanno gustando, costruendo un’esperienza su misura.
Per Davide Mitacchione, barman e campione della Bacardi Legacy, il ruolo degli hotel sta diventando sempre più importante, lo dimostra il fatto che tutti i loro bar sono in forte crescita grazie alla presenza di ospiti stranieri e di businessmen che ricercano prodotti di qualità come il Rum Reserva 8 o il Gin. Inoltre, ritiene che proprio grazie ai grandi alberghi nel breve periodo sarà possibile importare alcuni drink a base di caffè.
Tra gli alberghi, in giro per il mondo che offrono location di lusso e servizi su misura, a Roma l’Hotel Eden, ogni sabato e domenica, offre l’opportunità di scegliere tra 12 diverse miscele di tè provenienti da ogni parte del mondo, da accompagnare alle specialità dolci e salate dello chef Fabio Ciervo. A Milano, invece, ampio spazio è dato al Four Seasons, una location ricercata in cui, sebbene più della metà della clientela del bar non alloggi in una delle sue raffinate suite, si caratterizza per ospiti high level e internazionali. Tra gli esempi internazionali vale la pena citare il Raffles a Singapore che si caratterizza per il Long Bar dove è stato inventato il Singapore Sling, cocktail nazionale. A Londra, nell’Hotel Savoy, l’American Bar è diventato un punto di riferimento per la mixology a livello internazionale. Da ultimo, il Bemelmans Bar, che si trova all’interno dell’hotel The Carlyle a New York, è diventato famoso per la decorazione degli affreschi delle pareti ad opera dell’illustratore Ludwig Bemelmans.
Per gli esperti del settore, attirare la clientela nei bar dell’albergo non è sempre così semplice. Lo testimonia Massimo D’Addezio, colonna del Bar Strawisky dell’Hotel de Russie e oggi manager del Chorus, cocktail bar a due passi dal Cupolone. Per D’Addezio il segreto è cercare di fidelizzare il cliente proponendogli sempre qualcosa di nuovo, qualcosa di personalizzato, anche se in minima parte, a seconda della persona che si ha dall’altra parte del bancone.
Il tailor made, a quanto pare, è il futuro della mixology e forse l’albergo è il posto giusto per soddisfare al meglio questa richiesta.