Alessandro Intini, chef del ristorante Nidaba (Montebelluno, Treviso), è uno dei 10 finalisti italiani di S.Pellegrino Young Chef 2016, la sfida che S.Pellegrino ha lanciato a tutti giovani chef under 30.
Quello che più colpisce di Alessandro è senza dubbio il suo percorso particolare: fino ai 22 anni lavora nell'elettronica e le pentole le tocca - volentieri - solo a casa. Poi sua zia, proprietaria di un agriturismo in zona, lo prende a lavorare con sè i weekend. Passa davvero poco prima che Alessandro scopra la voglia di stare in cucina; il giovane si licenzia e inizia a lavorare come cuoco a tempo pieno.
Poi la voglia di scoprire il mondo: fa le valigie e atterra a Londra, iniziando a fare esperienze in ristoranti rinomati. Prima Arbutus poi New Street Grill, dove diventa sous chef. Toccata e fuga in Australia, ed eccolo tornare lo scorso autunno in Veneto dove diventa chef del gastro bistrot Nidaba.
In questa intervista Alessandro ci racconta il piatto che porterà alla finale italiana il 20 giugno a Milano, Il Cavallo nel Bosco, e quale giudice spera di conquistare.
1. Perché ha deciso di partecipare?
Mi è sempre piaciuta la competizione; l’avevo accennato alla titolare del ristorante per cui lavoro, che è sempre a conoscenza dei vari concorsi gastronomici, e mi ha suggerito questo. È la prima volta che lo faccio.
2. Cosa ha voluto esprimere con il suo piatto?
Il mio piatto è relativamente povero, come lo era il mio territorio fino agli anni '70. Voglio raccontare la zona in cui vivo, una zona abbastanza verde, vicino ad un bosco; per questo ho voluto ricreare un piatto capace di rappresentare la mia aerea e per farlo non ho utilizzato ingredienti umili.
3. Dovrebbe vincere lei perché…
Mi piacerebbe che fosse riconosciuta la mia buona volontà e l'impegno; a Londra ho lavorato tanto per recuperare gli anni persi. Mi sono sempre dato degli obiettivi abbastanza alti proprio per colmare il gap con i miei coetanei. Ma penso che tutti meritino di vincere; se siamo arrivati in finale vuol dire che siamo tutti sulla stessa barca.
4. Quali sono i suoi sogni lavorativi?
Il mio sogno da sempre è quello di aprire un piccolo locale con la mia ragazza, non troppo grosso, con 20/30 coperti massimo; so che è un’utopia, ma mi piacerebbe vivere in un paradiso così.
5. Cosa pensa le porterà il concorso?
Spero arrivi un po' di visibilità, ovviamente, e anche qualche proposta interessante per il futuro.
6. Il giudice che teme di più?
Stimo molto Mauro Uliassi. La mia fidanzata - anche lei cuoca - ha lavorato per lui e me ne ha parlato sempre molto bene. Spero di conquistarlo.