Sono stati ufficialmente annunciati i nomi dei dieci finalisti italiani di S.Pellegrino Young Chef 2018. In attesa della finale italiana andiamo a conoscere meglio i giovani chef: i loro sogni, le loro aspettative sul concorso e i piatti che stanno preparando e con cui proveranno a conquistare la giuria italiana.
Cominciamo da Alberto Lazzoni, giovanissimo - classe 1995 - demi chef de partie presso il ristorante Lux Lucis di Forte dei Marmi (LU), una stella Michelin. Alla finale italiana preparerà Vantablack, lingua soppressata e tamarindo.
1. Perché ha deciso di partecipare?
Perché è una delle massime occasioni di visibilità internazionale. E poi non ho mai partecipato ai concorsi, volevo mettermi alla prova.
2. Cosa ha voluto esprimere con il suo piatto?
È nato molto istintivamente. La sera prima un amico mi aveva portato una lingua proveniente da un macellaio locale, appena l'ho assaggiata ho pensato "È lei!". L'ho cotta nel brodo di tabacco, per aggiungere un elemente toscano, e accostata alla soppressata per un tocco di grasso. Ho passato il cubo in mais e carbone e ho chiamato il piatto Vantablack, la massima sfumatura di nero esistente; il crumble di prezzemolo invece nasce per contrasto, per dare luce al piatto.
3. Dovrebbe vincere lei perché…
Non voglio fare il finto modesto, ma sono sicuro ci saranno persone più preparate di me. Comunque giocherò tutte le mie carte.
4. Quali sono i suoi sogni lavorativi?
Per ora sono molto legato al Lux Lucis, è come una seconda famiglia per me. Sicuramente in futuro mi piacerebbe aprire una mia attività: sogno un ristorante a Carrara, dove sono nato, che valorizzi il marmo nell'ambiente e sui tavoli.
5. Cosa pensa le porterà il concorso?
Mi è bastato entrare nei dieci semifinalisti per essere già contattato da molte persone! Questo mi dà sempre più benzina per arrivare pronto e motivato alla sfida.
6. Il giudice che teme di più?
Carlo Cracco. Basta un suo sguardo per mettere in soggezione.
Tra i dieci semifinalisti di quest'anno c'è Alessandro Rapisarda Di Gusto, Macerata), finalista italiano di S.Pellegrino Young Chef 2016 e vincitore del Premio Acqua Panna Contemporary Italian Award.
Alla finale italiana di S.Pellegrino Young Chef 2018 preparerà Piccione brasato e insalata - Incontro tra un salmì e un dolceforte.
1. Perché ha deciso di partecipare?
Pensavo di non poter più partecipare per questioni di età. Quando ho visto che rientravo nel regolamento, per pochi mesi, mi sono detto che dovevo per forza fare l'ultimo tentativo.
2. Cosa ha voluto esprimere con il suo piatto?
Così come il mio risotto dell'anno scorso è la rappresentazione di un piatto della tradizione. Ho fatto un grande studio su due tecniche di preparazione della selvaggina, salmì e dolceforte, che secoli fa contenevano in sé un principio di avanguardia, la combinazione di dolcezza e acidità.
3. Dovrebbe vincere lei perché…
Perché il mio piatto può rappresentare l'Italia nel mondo.
4. Quali sono i suoi sogni lavorativi?
Siamo ai dettagli iniziali e quindi non posso dire di più, ma continua il progetto di un ristorante mio, dove valorizzare la mia essenza con piatti comprensibili e rispettosi della materia prima italiana.
5. Cosa pensa le porterà il concorso?
Nella mia vita c'è ancora movimento dall'edizione dell'anno scorso. Ho realizzato sogni che credevo lontani, come partecipare a Identità Golose o alle Strade della Mozzarella a New York, per cui partirò tra poco. È una luce che spero di tenere ancora accesa per un po'.
6. Il giudice che teme di più?
Rispetto alla prima edizione sento meno agitazione e ho più voglia di confronto.