"Passami il sale" chiediamo con la noncuranza delle abitudini consolidate. Invece che "Eccolo qui" (o "Neanche per sogno", dipende dalla maleducazione dei commensali) la risposta corretta sarebbe "Sì, quale?". Oltre al sale marino grosso e a quello fine esiste un mondo di sali - artigianali, esotici, più o meno conosciuti, più o meno costosi - che negli ultimi anni è stato riscoperto dal popolo foodie (sì, esatto, quello hipster). Il più sdoganato è sicuramente il sale rosa dell'Himalaya.
Se volete fare bella figura nella prossima conversazione in cui viene nominato, ecco 5 cose da sapere sul sale rosa dell'Himalaya:
1. Cosa c'è nel comune sale da cucina? Cloruro di sodio. Cosa c'è nel sale rosa dell'Himalaya? Cloruro di sodio più 84 oligoelementi e sali minerali, ferro in primis (proprio a lui è dovuta la particolare colorazione del sale). Il sale rosa, inoltre, contiene meno cloruro di sodio: un bene per chi soffre di ipertensione.
2. L'avrete spesso sentito definire "puro". Cosa vuol dire? Che non viene sottoposto a nessun procedimento di raffinazione o sbiancamento, e ovviamente non contiene additivi chimici.
3. Non solo condimento: potete usarlo come scrub sulla pelle, o scioglierlo in un bagno bollente, per le giornate in cui vi sentite più acciaccati o per combattere la ritenzione idrica.
4. Sembra scontato specificarlo, ma non lo è: proviene da miniere naturali sulle catene dell'Himalaya. La maggior parte si estrae nelle miniere di Khewra, le secondi più grandi al mondo, che si trovano in Pakistan.
5. Il prezzo è più alto rispetto al sale da cucina. Ma il sapore è sicuramente migliore, che lo usiate per condire l'insalata o in preparazioni più impegnative: esalta i sapori senza coprirli.