In quel di Verona Andrea Cason è uno dei nomi più apprezzati per quanto riguarda il settore del bar e della mixology.
Il bartender non è infatti soltanto tra i fondatori di Romeo Bistrot e Cocktail Bar, tra gli indirizzi di riferimento della città scaligera, ma anche della Bartenders Academy Italia, dove vengono formate le nuove generazioni di professionisti.
Noi l'abbiamo intervistato: ecco cos'ha raccontato a Fine Dining Lovers del suo lavoro dietro al bancone.
Lei è un punto di riferimento per la formazione di nuovi barman. C’è qualcuno che considera invece il suo maestro?
Ne ho avuti tantissimi nel corso della mia carriera, ho cercato di apprendere da tutti il più possibile. Non ho pertanto un mentore da citare più di altri, sono stati tutti fonte di grande ispirazione. Ho sempre cercato di imparare anche dai libri, ne posseggo circa un migliaio, che vanno dalla cucina alla miscelazione, dalla chimica alla botanica ed altre discipline ancora. Cerco sempre di creare qualcosa senza copiare altri. Ci metto sempre del mio e voglio continuare su questa strada.
Come nasce Bartenders Academy Italia?
Bartenders Academy Italia nasce dopo l’apertura del Bar Catering, quindi circa 15 anni fa. L’apertura del centro di formazione è stata un’esigenza data dal fatto che ci servivano delle persone formate per lavorare in giro per l’Italia nei nostri servizi. Da quel momento abbiamo lavorato sodo per affermarci nel mondo della formazione, collaborando come consulenti e formatori con grosse aziende e scuole di cucina del calibro di Alma.
Quanti corsi proponete?
Ad oggi abbiamo otto corsi all’attivo, che variano dalla caffetteria alla miscelazione orientale, oltre ad una piattaforma di corsi online che vanta corsi tenuti da grandi professionisti del mondo del beverage.
Quando è nato invece Romeo Bistrot e Cocktail Bar a Verona?
Circa due anni fa, dalla voglia mia e del mio socio Marco Cosenza di avere un locale di riferimento per tutti i nostri amici, clienti e corsisti che ci seguono da anni. E per esprimere al meglio le nostre idee. Abbiamo voluto mettere i nostri vent'anni di esperienze in Italia e all’estero per creare un club di taglio internazionale nel centro storico di Verona, senza perdere di vista il concetto di ospitalità. E di divertimento, tanto nostro quanto dei clienti. Alla fine di un periodo durissimo per tutte le attività di ristorazione, la nostra scommessa è quella di poter entrare nel gotha dei grandi cocktail club internazionali. Forse lo dico con un pizzico di presunzione ma... chi la dura la vince.
Le tre caratteristiche che deve avere un buon bartender?
Mai come oggi reputo un buon bartender quel professionista che mette passione, sacrificio e curiosità nel proprio mestiere. Proprio come dovrebbe essere per qualsiasi lavoro. Non ci sono scorciatoie per emergere in questo settore, non ci sono corsi che insegnano come entrare in empatia con i clienti, ci sono solo tante ore a contatto con le persone.
C’è un drink o una tipologia che predilige?
Amo i drink semplici, composti da pochi ingredienti. Cocktail o twist di cocktail come l’Old Fashion o il Sazerac, che permettono al distillato di esprimersi al massimo, valorizzando il lungo lavoro che c’è dietro alla sua produzione.
E un ingrediente?
Mi piace la storia e la complessità del mezcal, sicuramente uno dei distillati che negli ultimi anni ha fatto breccia nei cuori di tanti bartender. Ma allo stesso modo amo la delicatezza e l’eleganza del sake, che ho imparato a conoscere meglio in Giappone.
Il cocktail che la rappresenta maggiormente?
Direi sanza alcun dubbio il Mezcal Sazerac, propostomi nel locale di un mio grande amico.