Dopo sei anni, Agostino Iacobucci lascia le cucine de I Portici e passa il testimone a Emanuele Petrosino. La notizia, uscita qualche giorno fa su Il Resto del Carlino e confermata ufficialmente ieri, ha avuto molta risonanza in un panorama bolognese dell’alta ristorazione piuttosto ‘parco’ di stelle Michelin.
Iacobucci era arrivato nel lussuoso hotel nel 2012 dopo aver già conquistato una stella alla Cantinella di Napoli. A I Portici ha mantenuto quella del precedente chef Guido Haverkock ed è stato testimonial di un format parallelo diventato presto popolare in città: Bottega Portici, locale di street food 100% Made in Italy in cui è possibile acquistare pasta fresca, che l’anno scorso ha raddoppiato con una location sotto le Due Torri.
Petrosino, 31enne romano con un curriculum di tutto rispetto in Italia (tra cui il Piazza Duomo di Alba) e in Francia, è approdato nel 2015 al Daní Maison di Ischia come sous chef di Nino di Costanzo, insieme al quale ha conquistato due stelle Michelin con una cucina definita “moderna e impeccabile nella tecnica, a cui si aggiunge la scelta accurata delle materie prime per dare vita a piatti di grande ampiezza sensoriale”.
Un passaggio di testimone nel segno del Mediterraneo, a cui si è sempre ispirato Iacobucci, contaminandolo però con ciò che la terra d’adozione aveva da offrire: celebre, ad esempio, il suo Tortello di zucca, provolone del monaco, aglianico e jus di mora romagnola. E sicuramente la ricchezza del paniere emiliano influenzerà anche la cucina di Petrosino. Il primo menu firmato dallo chef verrà servito ai clienti il 1 marzo e vedrà protagoniste cotture light, accostamenti stuzzicanti e materie prime d’eccellenza.
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Si conoscono già i nomi di alcuni piatti: Carciofi, gamberi rossi e bufala; La Marchigiana… Battuta e tagliata marinate; Sigari all’uovo, pollo, taleggio e cipolla fondente; Risotto alla zucca, ricci, alghe e lime; Scorfano in insalata mista; Maialino di mora romagnola, verza, patata e mela annurca.
Una bella novità per I Portici ma anche per la città di Bologna che, nonostante vanti una delle più gloriose tradizioni gastronomiche d’Italia, non è mai riuscita ad affermarsi nel panorama dell’alta ristorazione nostrana.