AIRS è l’acronimo di Associazione Italiana Ristoratori di Strada, la realtà appena nata che riunisce gli operatori di Street Food.
Se il settore della ristorazione classica negli ultimi due anni ha vissuto il periodo più disastroso di sempre, gli operatori di street food, considerati parte del vasto gruppo di ambulanti, hanno ugualmente sofferto per le restrizioni dovute al Covid, tra lockdown, coprifuoco, eventi annullati e divieti di assembramento.
Per questo Alfredo Orofino, presidente dell’Associazione, ha sentito crescere la necessità di tutelare gli interessi di chi lavora nel settore durante gli ultimi due anni: “La costituzione di un’associazione che tuteli gli operatori di Street Food è stata un’esigenza scaturita da una volontà condivisa da tantissimi operatori del settore. Dobbiamo ora iniziare a muovere i nostri primi passi, accrescere la nostra credibilità e presentarci a chi non ci conosce, nella consapevolezza che l’unione fa la forza. In questi due lunghi anni non siamo stati difesi o tutelati a sufficienza dallo Stato, che ci ha accomunati agli ambulanti pur avendo delle esigenze così distanti dalle loro. Vogliamo far capire alle amministrazioni e alle istituzioni che non siamo concorrenti privilegiati dei ristoratori, ma professionisti che al pari di questi ultimi hanno un’attività, dei dipendenti e contribuiscono come tutti al benessere del Paese".
Tra gli obiettivi dell’AIRS c’è di avviare un confronto con le istituzioni, ma anche di dare vita anche ad una vera e propria filiera produttiva, occupandosi di difendere gli interessi, fiscali, amministrativi e legislativi, dei membri e ovviamente creando eventi dedicati allo street food.
AIRS ha già tesserato oltre 253 realtà di street food e con un direttivo di 7 unità, mira a riunire sotto lo stesso stemma gli oltre 25 mila esercenti che fanno parte del settore.
Lo street food negli ultimi anni è stato un modello di business in costante crescita e la pandemia non sembra aver frenato questo fenomeno.
Lo stesso Gambero Rosso, per la sesta edizione della guida dedicata al cibo di strada, ha raccolto ben 600 indirizzi in tutta Italia, comprese quelle nuove formule create da chef e piccoli ristoratori per snellire i costi del classico ristorante e fronteggiare la crisi in modo creativo con food truck da asporto e delivery.
Necessario quindi organizzare il settore in un'associazione dedicata che serva come sostegno e si metta in moto per risollevare le sorti di tante attività di strada che tengono in vita la più tradizionale delle gastronomie italiane, basti pensare alla pizza fritta di Napoli, le crescentine bolognesi, ma anche gli hamburger in tutte le loro varianti regionali, le panelle, i fritti, il pesce crudo e la pasticceria.