Tre bottiglie di Vosne Romanee Cros Parantoux Henri Jayer del 1985 dalla cantina dell'Enoteca Pinchiorri a quella di un misterioso appassionato in giro per il mondo al costo di 98.561 dollari: è stato questo infatti il lotto salito sul gradino più alto del podio all'asta “Enoteca Pinchiorri: The Legendary Cellar” da Zachys a Londra. Il tesoro proveniente dallo storico e pluripremiato ristorante di Firenze - tre stelle Michelin, guidato con passione da Giorgio Pinchiorri e Annie Féolde, è stato battuto sabato 12 settembre dalla casa d'aste enoica leader negli Stati Uniti, che ha scelto la leggendaria collezione fiorentina per fare il suo debutto in Europa.
La scelta di mettere all'asta le bottiglie più pregiate di una collezione messa insieme in oltre 50 anni di meticolosa e appassionata ricerca era stata resa nota nelle scorse settimane, quando patron Giorgio aveva dichiarato di aver baciato e pianto su ognuna delle 2500 bottiglie, divise in 864 lotti, in partenza per il Regno Unito.
Il lotto da tre bottiglie di Vosne Romanee Cros Parantoux Henri Jayer del 1985 ha dunque superato quello che da catalogo era la presunta punta di diamante, vale a dire un lotto da due magnum di Vosne Romanee Cros Parantoux Reserve Henri Jayer del 1999, la cui base d'asta era 79.484 dollari e che è stato invece battuto per 90.347 dollari. In terza posizione un ex aequo a tre: ancora Henri Jayer protagonista con due magnum di Richebourg - una del 1979 e una del 1982 - insieme a un'atra magnum ma di Musigny Georges Roumier del 1990. Tutti e tre questi lotti sono stati venduti per 62.422 dollari.
Superati di slancio, insomma, i circa due milioni di dollari di valore base prefissati per gli 864 lotti, che includevano etichette leggendarie, vecchie annate memorabili ma anche, per esempio, una collezione di acquaviti imbottigliate in un prezioso vetro di Murano soffiato a mano e molte, molte altre chicche.
Del resto, i facoltosi appassionati che sono riusciti ad aggiudicarsi uno dei lotti battuti da Zachys si è senza dubbio portato a casa non solo uno o più pezzi da collezione ma anche un autentico tassello di storia dell'enogastronomia italiana e mondiale.
Alla notizia dell'asta londinese, diramata alla fine del mese di agosto, qualcuno lesse nella scelta dell'Enoteca una malcelata difficoltà economica, legata anche all'emergenza Covid, da dipanare con gli introiti della vendita. Ipotesi smentita categoricamente nero su bianco dallo stesso Pinchiorri, che sgombrò il campo dagli equivoci appellandosi al lungo e meticoloso lavoro che aveva preceduto una simile operazione e ribadendo che l'idea era nata in sinergia con Zachy's in virtù di un sodalizio basato sulla reciproca stima e volto all'altrettanto reciproco ritorno d'immagine.
Di certo ora ci sono 2500 pezzetti di verace cuore fiorentino sparsi in centinaia di pregiate cantine qua e là per il pianeta pronti, chissà, a libare in lietissimi calici.