Quasi tutto il mondo è commestibile: argilla e creta terrosa, insetti croccanti, squali in putrefazione e agrumi a forma di polpo tentacolare, uova con pulcini dentro, erbe e funghi allucinogeni, sperma di tonno e cervello di renna, persino alcune parti del corpo umano
Carlo Spinelli, in arte Doctor Gourmeta, è presentatore tv, giornalista e scrittore. Ma soprattutto è sperimentatore indefesso di qualsiasi stranezza (o spaventosità, a seconda dei punti di vista) gastronomica passi sotto le sue fauci. Viaggiatore in senso fisico, metaforico e soprattutto culinario: i risultati di anni di indagini ed esperienze - più o meno felici - sono in Bistecche di formica e altre storie gastronomiche (Baldini & Castoldi, 343 pagine).
Non pensate a un semplice elenco di curiosità: Spinelli va alle radici antropologiche e socio-culturali di abitudini e tradizioni che, dal nostro punto di vista occidentale, sono bizzarre al limite dell'incomprensibile. La geofagia può essere davvero nutriente? È più "strano" mangiare la carne di cavallo o quella di coniglio? E così via, passando per le immancabili frattaglie (cosa aspettarsi da uno la cui nonna ha svezzato con cervello bollito e condito con sale e limone?) ma anche per florifagia e frugivorismo.
Oltre trecento pagine affollate di aneddoti e riflessioni in cui l'autore, che si autodefinisce un "professionista della masticazione", passa con agilità da una tavola stellata a uno spuntino a base di formiche - l'enotomofagia, ovviamente, occupa una parte importante.
E l'unica considerazione possibile, alla fine, è che quando si parla di cibo il vero peccato è solo sprecarlo.