Vade retro plexiglass, vieni avanti storia. In tempi di distanziamento sociale e misure di contenimento anti coronavirus, a Firenze gli esercenti hanno acceso i motori della macchina del tempo per riportare in vita le cosiddette "buchette del vino" e restituire loro l'originaria funzione per le quali erano nate nei lontani anni della peste: servire i clienti senza entrare in contatto con loro.
Passeggiando nel capoluogo toscano vi sarà capitato di notare piccole finestrine ad altezza strada sulle pareti dei più antichi palazzi cittadini. Ebbene, quelle sono le buchette del vino, espediente architettonico adottato nel corso del Seicento nel Granducato di Toscana per mettere in atto il commercio a distanza. Erano gli anni della terribile epidemia di peste, che tra il 1629 e il 1633 falcidiò l'Italia e l'Europa intera, e i vinai cittadini, per evitare di contagiarsi entrando in contatto con i loro clienti, escogitorano la vendita dei loro prodotti tramite "sportelli" ricavati sulle pareti a bordo strada delle botteghe.

Foto Instagram | buchettedelvino
Attraverso quei pertugi veniva innanzitutto fatta passare una paletta metallica sulla quale far posare all'acquirente i soldi, che poi venivano immediatamente disinfettati nell'aceto. Nessuno scambio di fiaschi o vuoti era concesso: dalla finestrella il cliente poteva ritirare il vino già infiascato, oppure poteva riempire il proprio fiasco stando all'esterno dell'edificio grazie a un tubicino metallico fatto passare sempre attraverso la "buchetta" e alimentato per gravità da un altro fiasco all'interno della cantina. Bastava bussare alla finestrina, insomma, e un messer Antinori, Frescobaldi o Ricasoli qualunque era pronto a rifocillarvi con quelli che ancora oggi sono considerati tra i migliori vini della tradizione toscana.
Dalla peste al Covid-19 il passo non è breve ma è alquanto significativo. E così oggi sono 14 nella città di Firenze i locali dove le buchette del vino fanno ancora bella mostra di loro stesse, trasformandosi all'occorrenza in finestre mordi e fuggi sul mondo. Un'abitudine riscoperta che ha attirato l'attenzione persino della CNN, che ha dedicato un ampio servizio alla storia e alla nuova vita delle buchette del vino.

Foto Instagram | thisarchitecteats
Non di solo vino, però, vive il consumatore del ventunesimo secolo. E così spazio a gelato, spritz, take away e chi più fantasia ha, più ne metta. C'è la gelateria Vivoli a due passi dal Duomo e dagli Uffizi, che dalla finestrina oggi smercia coppette, coni, vaschette e anche caffè. Pochi passi più in là in piazza Peruzzi c'è invece l'Osteria delle Brache, che dalla sua buchetta fa passare piatti e bicchieri. E ancora il bistrò Babae, in via Santo Spirito, che si è reinventato l'happy hour e ogni sera dalle 19 alle 20 serve bicchieri di vino e aperitivi attraverso lo storico sportello.

Foto Instagram | buchettedelvino
Al di là della nuova ventata di tendenza, le buchette del vino sono una vera e propria istituzione. Un'omonima associazione culturale, nata nel 2016 in tempi non sospetti, lavora proprio per salvaguardare e censire queste straordinarie memorie del passato. Un passato che ha attraversato i cambiamenti di mode e modi, passando per la drammatica alluvione del 1966 che ha danneggiato molte delle finestrine fiorentine.

Foto courtesy gelateria Vivoli
Non esiste un elenco ufficiale delle buchette del vino, come si legge sul sito dell'associazione animata da Diletta Corsini, Matteo Faglia e Mary Forrest. Non sono catalogate in nessun archivio pubblico di Stato, Regione, Comune, Soprintendenza o qualsiasi altra istituzione. Quelle poche informazioni sporadiche che sappiamo sono accennate nelle Relazioni del Contagio risalenti al Seicento. Il resto della loro storia è tutto lì da scrutare, tra l'intonaco, i mattoni e le crepe, come rughe che restituiscono ad un viso maturo l'intenso valore del suo passato. Una storia tutta da scrivere ma prima di tutto da preservare. Proprio per questo, si legge ancora sul sito, l'associazione culturale Buchette del Vino "vuole essere custode e testimone aggiornata dell'esistenza e dello stato di conservazione" di questo singolare ma incredibile patrimonio.
Ad oggi le buchette del vino censite dall'associazione sono 149 dentro le mura di Firenze, 24 a Firenze fuori le mura, 10 rimosse e 93 fuori Firenze. A disposizione degli interessati, il sito ha messo a punto anche una dettagliatissima mappa delle buchette del vino in continuo aggiornamento.
Corsi e ricorsi storici. Testimonianze dal passato che tornano in vita come se il tempo fosse un soffio. Firenze val sempre bene una visita e un brindisi, ma ora forse avete un elemento in più con il quale arricchire il vostro itinerario nel capoluogo toscano. A prova di Covid e a prova di Instagram.
Ecco l'elenco dei locali a Firenze dove si può mangiare e bere in compagnia di una buchetta del vino:
- Cantina del Gelato via de' Bardi 44, Firenze
- Osteria delle Belle Donne via de' Benci 3, Firenze
- La Buchetta Food&Wine via de' Benci 20, Firenze
- Le Botteghe di Donatello via dei Federighi 2, Firenze
- Trattoria Osteria da Que’ Ganzi via Ghibellina 121, Firenze
- Oibò via Guelfa 82, Firenze
- Vivoli Gelateria Borgo La Croce 59, Firenze
- Johnny Bruschetta via Maffia 18/A, Firenze
- Il Latini via de Palchetti 4, Firenze
- Finisterrae via de' Pepi 8, Firenze
- Osteria delle Brache via Pietrapiana 30, Firenze
- Babae via della Scala 8, Firenze
- Odeon Bistrovia Taddea 5, Firenze
- Ristorante Buca Lapi via de Velluti 4, Firenze