Cosa hanno in comune Buddha, l’essere che secondo la religione buddista ha raggiunto il massimo grado di illuminazione, e le bowl, i recipienti a forma di ciotola dalle pareti alte in grado di contenere cibi liquidi, solidi, di sopportare alte temperature, di essere tenute in palmo di mano per accompagnare il boccone alla bocca?
Una e mille ricette naturalmente, che prendono tutte genericamente il nome di Buddha Bowl, diverse ma accomunate da un equilibrio: la contaminazione tra la perfezione ascetica (del Buddha) e il gusto (del contenuto della bowl), con un risultato davvero simile a un’estasi per il palato. Con un simpatico riferimento alla forma della ciotola che guarda caso ricorda proprio quella tondeggiante del ventre di Buddha.
Buddha bowl, o più semplicemente “bowl recipes” digitato su Google - o su Fine Dining Lovers - porta a una pletora di ricette spesso vegan in cui gli ingredienti si mischiano sapientemente, tra colori diversi, proprietà nutrizionali equilibrate, e un’esplosione di gusto unica.
Le combinazioni delle bowl, i cui ingredienti vengono preparati separatamente e poi uniti seguendo regole di colori, calorie, associazioni e dissociazioni tra nutrienti, diete alimentari, rispetto di intolleranze e così via, sono pressoché infinite. Quel che resta in comune è invece il contenitore. Più o meno largo, fatto a mano da artisti o artigiani o di produzione industriale, deve restare in mano per essere gustato come piatto da street food oppure può figurare sulla tovaglia damascata di un ristorante stellato.
La moda delle bowl è molto orientale, giacché questo contenitore è perfetto per alcuni piatti come i risi esotici o i ramen, i noodles o le zuppe di verdure, ma come raccontano i trend setter della gastronomia mondiale, ha ormai colpito il mondo intero. E se nel 2016 la moda delle bowl è scoppiata e si è diffusa capillarmente in tutti i continenti con accezioni e interpretazioni molto local, per il 2017 diverrà un trend stabile e pronto a restare. Nelle nostre cucine e nei menu dei ristoranti di ogni tipo. Dalla colazione alla cena.
Parola di Baum + Whiteman, la società di consulenza newyorchese con sede a Brooklyn che ogni anno stila il rapporto (lo potete trovare qui) sulle tendenze enogastronomiche che verranno, e che a fine 2016 ha annoverato le bowl tra i trend del prossimo anno. Fanno eco a Baum + Whiteman le previsioni di Food and Drink Resources, che attribuiscono il successo delle bowl alla moda hawaiana del Poke . Le Poke bowls (da pronunciare correttamente, “POH-keh”) rispettano il significato hawaiano della parola stessa, slice & cut, e sono composte infatti da carni e pesci crudi tagliati a dadini o a fettine, accompagnati da peperoni e peperoncini, cipolle, verdure, serviti appunto insieme nella ciotola.
Nel mondo occidentale sono le acai bowl a far scoppiare la moda: le ciotole sane e nutrienti per la colazione contenenti cereali, frutta fresca e secca, e appunto una base di acai, frutto tropicale dolce e poco calorico la cui consistenza, una volta lavorato come una purea, somiglia molto a quella del gelato.
Accanto ai gusti e alla moda, arriva ad aiutare questo trend il fattore comodità: da un lato i consumatori iniziano ad amare la maneggevolezza di questo contenitore, perfetto anche per una pausa pranzo veloce in ufficio, dall’altro la bowl viene apprezzata dagli chef, che per impiattarne una impiegano meno tempo e un grado di competenze inferiori rispetto alla composizione di un piatto piano, in cui riempire la parte “bianca” oltre la portata forte poteva divenire una sfida molto ardua.
Volete cimentarvi con la vostra prima Buddha Bowl? Provate questa, 100% vegana: