È una scena che al ristorante chiunque ha visto (o vissuto) almeno una volta: non appena il cameriere porta in tavola il succulento piatto ci si avventa per fotografarlo armati di smartphone, piuttosto che divorarlo istantaneamente. E se sul foodstagramming, il ricorso a Instagram per fotografare il cibo, si erano espressi gli chef quest'estate, questa volta è la scienza a dire la sua sulla questione cibo su Instagram.
Il magazine The Atlantic riporta lo studio condotto dal Journal of Consumer Psychology, secondo cui concentrarsi troppo sulle immagini di un particolare tipo di cibo rischia di renderlo automaticamente meno soddisfacente. Cosa significa? Che, per esempio, passare in rassegna le fotografie di pezzi di pizza su Instagram diminuisce le possibilità di provare soddisfazione una volta che se ne addenta una vera.
La tesi si costruisce su un assunto abbastanza semplice: immaginare il gusto di qualcosa porta il più delle volte a un'esperienza sensoriale appagante. Da questo presupposto i ricercatori hanno condotto due diversi studi su gruppi di studenti universitari: nel primo esperimento gli studenti sono stati chiamati a classificare le immagini del cibo in base alla loro apparenza; nella seconda parte, ai partecipanti è staro chiesto di mangiare delle arachidi, dichiarando poi il livello di soddisfazione raggiunto.
L'esperimento è stato poi ripetuto con un secondo gruppo di studenti, ma con una variante: nel momento in cui è arrivato il momento di classificare le foto in base all'aspetto ad alcuni è stato chiesto di scegliere tra due piatti, mentre ad altri è stato chiesto di parlare della qualità delle foto, facendoli così concentrare su aspetti come i colori o la luminosità.
Dallo studio è emerso che più le persone guardano foto di cibi salati, meno queste ricevono soddisfazione dalle arachidi, mentre se le foto ritraggono dei dolci la soddisfazione legata alle arachidi è maggiore. Nel secondo esperimento si è invece arrivati alla conclusione che i soggetti gustano molto più volentieri le arachidi se si concentrano non sul soggetto delle fotografia, ma su altri particolati, come appunto la luminosità.
La conclusione dello studio? Concentrarsi e valutare il cibo simula il reale consumo, diminuendo le possibilità di godere dei piatti con le stesse caratteristiche di quello ritratto nelle fotografie.
Questo significa che dobbiamo dire addio al Instagram a tavola? Non proprio. Se non ci si concentra troppo sul cibo oppure si fotografa il piatto dei commensali si può continuare a usare la macchina fotografica al ristorante senza effetti, nefasti, sull'appetito.