Cucina e cocktail d’autore con vista, nel cuore di Milano. È il fascino di Clotilde Brera, nuovo indirizzo affacciato sulla suggestiva piazza San Marco. Alla regia lo chef Domenico Della Salandra, di origini pugliesi ma milanese d'adozione, che dopo Taglio e Desino Lento, torna sulle scene cittadine e trova nel cuore di Brera nuova dimora. Ad accompagnare i suoi piatti ci sono i drink ideati da Filippo Sisti, bartender di Talea che ha studiato le creazioni mixologiche della carta, per un food pairing ad hoc.
Clotilde Brera | La location
Stile vintage e spirito contemporaneo. Clotilde Bistrot strizza l’occhio al modernariato e ci accoglie in un ambiente dal gusto squisitamente rétro, rilassato ma ricercato, con tocchi di design più minimale. Un equilibrio tra passato e futuro voluto dal fondatore Giovanni Mazzaferro, che assieme alla moglie Sabrina è già patron del Clotilde Bistrot, locale aperto nel 2015 all’interno dell’hotel di famiglia Windsor, sempre a Milano, a pochi passi dalla piazza dedicata alla principessa Clotilde.
Ecco allora punti luce dalle linee essenziali duettare con specchiere e bottigliere degli anni Cinquanta, ma anche con pezzi unici come antichi mobili d’archivio, divani e vecchie panche di legno dal look rinnovato, con rivestimenti dalle tonalità intense. Un gioco d’atmosfera che ammalia tra marmi, ottone brunito e legno cannellato, tra sfumature che vanno dal verde bottiglia all’ottanio. Ma anche un omaggio al contesto della "Vecchia Milano" del quartiere in cui sorge.
All'ingresso, un lungo banco bar dà il benvenuto, mentre una scala, in fondo alla sala, conduce alla terrazza: un luogo dalla vista privilegiata sulla storica piazza San Marco, con la sua chiesa duecentesca, là dove nell’Ottocento sorgeva il laghetto che collegava Brera al resto della città. Una terrazza dove, con il bel tempo, si può cenare o bere un drink per l'aperitivo.
Clotilde Brera | Il Menu
Si sogna con le suggestioni del passato, ma con i piedi ben ancorati nel presente, anche a tavola. Nel menu, infatti, una sezione è completamente dedicata alla tradizione meneghina, riletta con leggerezza da Della Salandra, con piatti che vanno dal risotto alla milanese all'ossobuco, dalla lingua in salsa verde ai nervetti. Poi, spazio a una cucina godibile e contemporanea, che punta sull'essenzialità dei sapori, italiani, riconoscibili e stagionali, con l'uso intelligente delle tecniche di cottura.
Nessuna distinzione canonica tra portate, ma tre sezioni da cui attingere liberamente: "Per iniziare", dedicata alle entrate, leggere e golose, spesso vegetali, "Piatti di mezzo", il cuore dell'esperienza gastronomica, e "Per finire", consacrata ai dessert. Un approccio bistronomico dalla sensibilità moderna, che ci permette di ordinare liberamente dal menu, senza schemi o costrizioni.
Nella carta, che cambierà ogni due mesi per i piatti stagionali, trova ampiamente spazio un "ingrediente feticcio" dello chef come l'uovo, amato perché "nutriente e versatile", racconta. Proposto nelle entrate, viene abbinato a zenzero e Parmigiano in una versione poché e di carattere, ma anche declinato in crema, con asparagi bianchi e verdi e mandorle tostate.
Sempre tra le entrate, poi, è da provare l'interessante Melone, cetrioli, soia e chips di tapioca, una tavolozza vegetale realizzata con la tecnica dell'osmosi che gioca con le consistenze e con le sfumature aromatiche, regalando a frutta e verdura nuove texture. Così, se il cetriolo ricorda delicatamente al palato le note di alloro, anice stellato e cardamomo, con cui viene osmotizzato sottovuoto, il melone richiama le note dello sciroppo alla menta e della salsa di soia con cui viene a sua volta immerso sottovuto.
Tra le portate di mezzo, poi, si spazia dal primaverile Risotto con calamaretti, fave e bergamotto, la cui essenza viene vaporizzata sui chicchi, ai Ravioli di asparagi, Pecorino di Fossa e consommé alla menta, un infuso a base di olio alla menta e brodo vegetale che va a condire la pasta fresca. In carta anche un classico regionale come Seppie e piselli, riletto in chiave contemporanea, con una crema di legumi abbinata alle seppie, appunto, cotte al forno.
Per chi vuole affidarsi al food pairing, ci sono tre abbinamenti cocktail-piatto studiati appositamente da Sisti e Della Salandra. Accostamenti pensati per riportare al palato un equilibrio finale "per completamento". Originali twist on classic che omaggiano drink iconici con tocchi creativi: si va dal Sour di René, a base di bitter di pesca, sciroppo di aneto, meringhe fresche, tequila e succo di lime, abbinato al Salmone, tè verde, pernod, all'Ameri-calmo, rilettura dell'Americano con bitter alle bacche di goji, vermouth rosso e soda al tamarindo, da sorseggiare con la cotoletta.
Da provare l'originale abbinamento con il dessert, perfettamente riuscito accostando le note dolci e leggermente amarotiche di Crema bruciata luppolo e rabarbaro al Noblesse Oblige, un cocktail dai sentori affumicati a base di mezcal, pompelmo rosa, mandarinett e cardamomo.