Giallo paglierino con lucenti riflessi dorati ma anche una sfumatura verdolina, ecco da dove deriva il nome di un noto vitigno, il Verdicchio. Questo vino bianco è stato prodotto nelle Marche, sulle colline tra Jesi e Matelica, fin dall'VII secolo. In passato sottovalutato, il Verdicchio oggi sta vivendo una fortunata stagione grazie alla sua struttura, ad una buona acidità e un buon tenore alcolico.
In bocca, il profilo aromatico è estremamente complesso, vegetale e floreale. La caratteristica del vitigno è un inconfondibile finale sapido e ammandorlato, gradevolmente amarognolo.
Quando è di qualità superiore, gode di grande longevità e nelle annate favorevoli, supera anche i vent'anni. Possiede aromi di agrumi, pesca, pera, mela con un tocco tropicale e buona persistenza. Ruotando il bicchiere sbocciano anche note vegetali di tiglio, sambuco, biancospino e mimosa. I sentori erbacei ricordano la ginestra, ma anche camomilla, più raramente acacia e gelsomino.
La fermentazione e la maturazione in botte conferiscono al Verdicchio aromi di vaniglia e legno tostato, qualità che si accentuano con l'uso della barrique. Nei vini maturi è molto frequente percepire aromi di miele e confetture di frutta gialla.
Abbinamenti per armonia

Con il Verdicchio si possono produrre diversi stili di vini, grazie alla buona struttura che consente loro di sostenere diversi anni di affinamento in bottiglia. L’anima spesso più robusta rispetto alla maggioranza dei vini bianchi gli ha regalato la fama di “un vino rosso travestito da bianco”.
È considerato il classico vino da pesce e predilige gli aromi salini di mare. Perfetto con antipasti di pesce a meno che non siano in scapece: l’aceto disturba ogni abbinamento.
Trenette al pesto classiche. Il pesto richiede un bianco leggero, erbaceo, proprio come la salsa. Gli oli essenziali del basilico ben si sposano con quelli di erbe aromatiche presenti nel vino (tra i più comuni timo e salvia).
Abbinamento ideale è con le olive ascolane e le bruschette al ciauscolo (due specialità delle Marche), col coniglio in porchetta e il brodetto di pesce.
Con il risotto alla pescatora, la paella di frutti di mare e gli spaghetti con le vongole il Verdicchio si comporta da “rosso“, pur essendo bianco. Ma spessore e acidità supportano anche quel pizzico di peperoncino indispensabile in questi piatti con salse importanti.
Abbinamenti per Contrasto

I Verdicchio non troppo invecchiati oppure nella versione spumantizzata amano l’abbinamento con zucchine fritte, tempura di gamberi, mozzarelline fritte, crocchette di pollo e chips perché mitigano la grassezza sul palato come tutte le bollicine, in più contengono la giusta acidità.
Con il sushi, la delicatezza morbida e dolce è esaltata dalla freschezza vegetale di un Verdicchio nella versione giovane.
Con le cozze gratinate o altri molluschi. Un abbinamento vincente: i molluschi compensano la loro sapidità con la morbidezza del Verdicchio, specie se accompagnati da elementi a tendenza dolce come, ad esempio, la gratinatura.
Abbinamento errati

Da evitare, il Verdicchio con una Fiorentina e in generale con della carne al sangue, con una presenza di umami molto spiccata. Si rischierebbe di creare un effetto metallico sul palato. Lo stesso vale per il Parmigiano Reggiano.
Tutto ciò che è cotto alla brace con un retrogusto amarognolo.
No anche ad abbinamenti con semifreddi, torte cremose a base di pan di spagna, bignè, millefoglie e charlotte per la presenza di liquori. Ricordare la regola generale: il vino dovrebbe essere più dolce del cibo cui si accompagna.