Prima che si decidesse ad attaccare l’etichetta sulle confezioni di uova, l’essere umano si ingegnava a escogitare trucchi per verificare la loro freschezza, empirici ma ancora validi. Per la sicurezza personale sarebbe meglio acquistare solo uova confezionate, ma oggi molti negozianti vendono uova sfuse assicurando che provengono da galline allevate a terra. In un caso o nell’altro, riesumare i consigli della nonna può essere utile.
Per sapere se un uovo è ancora fresco basta immergerlo in un bicchiere d’acqua con una manciata di sale: se galleggia non va consumato, se resta a metà vuol dire che non ha una tale freschezza per essere fatto alla coque, ma qualunque altra cottura più prolungata va bene. Se va a fondo è perfetto.
Altro trucco: rompere l’uovo su un piatto. Quelle fresche mantengono il tuorlo a cupola, se il tuorlo è piatto e l’albume acquoso, l’uovo non è fresco ma potrete mangiarlo comunque, basta cuocerlo a lungo.
Attenzione poi al guscio: se è lucido significa che le uova non sono fresche. Dev’essere vellutato e pulito. Mentre il tuorlo, una volta aperto l’uovo, deve essere privo di macchie con l’albume limpido, chiaro, gelatinoso e senza di corpi estranei. Il colore del guscio non è sintomo di freschezza e dipende esclusivamente dalla razze dei volatili e dal tipo di alimentazione.
Un ultimo consiglio: se mettendo l’uovo in controluce si noterà la camera d’aria all’interno del guscio. Se è più ampia, l’uovo è vecchio, se è più piccola è fresco.
Oggi, sebbene ogni Paese abbia provveduto a stilare un disciplinare differente per tutelare il consumatore, possiamo dire che le informazioni più comuni che possiamo pretendere di trovare sulla confezione sono queste:
- data di deposizione
- indicazione del miglior impiego dell’uovo
- indicazioni sul sistema di allevamento, ad esempio a terra, con metodo biologico ecc.
- tipo di alimentazione ricevuta dalla gallina
- la categoria e la grammatura (per le uova di gallina è intorno ai 50 g)
Ultimo elemento è ovviamente la scadenza: di norma la data in cui l’uovo deve essere “preferibilmente consumato” è riportata sul cartone e non deve superare i 28 giorni dalla deposizione.
Di qualunque animale siano – vale la pena ricordare che sono commestibili anche quelle minuscole di quaglia, piccione, anatra, di fagiano, di oca e quelle gigantesche di struzzo - una volta acquistate si conservano in frigorifero nell’apposito scomparto, evitando il più possibile gli sbalzi di temperatura. Il che significa che mal sopportano l’andirivieni dal frigorifero: o le tenete al fresco o in dispensa.