Se siete degli habitué del Pigneto, a Roma, lo saprete già: questo è un quartiere a misura d'uomo, con spunti cosmopoliti e tanta movida. In questa zona della Capitale i locali per bere e mangiare spuntano a ogni passo, e tra questi spicca senza dubbio Necci, punto d'incontro e di riferimento che unisce una tazza di caffè alla buona cucina, e dove Pasolini si fermava a riposare durante le riprese di Accattone.
E il progetto Dalodi parte proprio da qui, dal gruppo Innocenti, che con Necci si è affermato, rinnovandolo, e con la Premiata Panineria Pigneto ha voluto azzardare addentrandosi con successo nell’insidioso regno del panino gourmet.
DALODI: PIZZERIA, GRIGLIERIA E GELATERIA TUTTO INSIEME

La nuova scommessa del gruppo è invece tutta votata alla tradizione italiana. Se nel grande libro degli stereotipi avessero aggiunto "gelato" al famoso "pizza, mandolino e mamma", non solo gli americani avrebbero avuto un'immagine precisissima del Bel Paese, ma si sarebbero imbattuti nella filosofia di Dalodi.
Già, perché l'idea del locale è quella di esaltare e celebrare le due pietanze che da nord a sud piacciono proprio a tutti: pizza e gelato. In un unico posto. Con le sue ampie vetrate che permettono di vedere nello stesso momento il laboratorio di produzione artigianale di yogurt e gelato, la sala ristorante e il giardino profumato dai gelsomini, si crea un unico ambiente che celebra la condivisione del cibo e dei tavoli.
Non c'è la pretesa - la speranza forse sì - di entrare nelle classifiche dei gourmet, e così si punta tutto sulla semplicità e la genuinità dei piatti. Centro dell'anima del Dalodi è la pizza, e non è un caso che si sia chiamato proprio Innocenzo Febbi, mastro pizzaiolo pluripremiato, a partecipare non solo alle ricette, ma soprattutto alla scelta dell'impasto ideale. Una pizza che rimane allo stesso tempo morbida, ma fragrante, con la crosta alta, come piace a Napoli, e per il resto sottile, come piace a Roma.
La lievitazione che va dalle 48 alle 72 ore con la sola forza del lievito madre e l'unione della farina classica con quella di riso e quinoa, permette una maggior fermentazione, che significa maggiore digeribilità.

Tra i punti deboli va segnalato che manca forse un impasto integrale e che la scelta delle pizze vegane si limita a tre tipi, senza troppa convinzione o ricerca: Pomodoro, tofu, germogli (non ben specificati) e pachino (9€); Pesto al tofu, pachino e basilico (8€); Scarola, olive taggiasche e peperoncino (8€). Non proprio per tutti i gusti, ecco.

Per gli onnivori, invece, le alternative cominciano a farsi interessanti. Non tanto per gli audaci abbinamenti, quanto piuttosto per la scelta accurata delle materie prime. Ecco allora che spunta la Marinara col pomodoro strappato, l'origano calabrese, l'aglio e l'olio Evo della Sabina (4.50€), pungente interpretazione, o la Margherita in cui il pomodoro della passata non viene alterato della sua acidità, lasciando sul palato richiami dolci e insieme aspri (6€).
Si guarda alla tradizione romana, si attinge alle materie prime del posto finché si può e si mantengono le ricette quando si deve: la Carmagnola non è solo una via lì vicino, ma la tipica Pizza bianca con fiordilatte, fiori di zucca e alici (7€), semplice ed equilibrata.
Stride solamente il Supplì, che suona come una vera e propria blasfemia in questa città: una panatura fine racchiude un riso che sembra riso sushi appiccicoso nel cui mezzo vive una sparuta molecola di mozzarella. Stessa storia per l'arancino amatriciano (2,50€), solo che stavolta le molecole sono due, oltre alla mozzarella ne spunta anche una di guanciale. Forse due piccoli passi falsi dovuti all’incertezza della recente apertura? Speriamo.

Il mastro gelatiere Enrico Mosca ha preferito una politica di stagionalità dove le materie prime fossero sempre il top della gamma e nel loro periodo più florido: per questo molti dei gusti ruoteranno ogni dieci giorni. Servendosi di un latte fresco di fattoria Dalodi spinge sulle creme, che rende più corpose grazie ad un estratto di cicoria: insapore, ma portentoso.
I prezzi, se prima erano per tutte le tasche, stavolta lasciano un po' perplessi: dai 2 ai 4,50€ rispettivamente per una pallina, due e tre. Decisione discutibile, visto che a Roma il gelato è sempre stato molto democratico.
Anche stavolta la scelta vegan si limita a qualche frutto, ma spuntano un cioccolato nero rotondo e pieno e una nocciola trilobata Piemonte che lo sposa come si deve, lavorati con olio d'oliva e senza burro.

Aggiungeteci la crema romana, un gusto crema dove l'uovo è il protagonista e il sentore di limone lo insegue, salite le scale a chiocciola con i vostri amici e godetevi dalla terrazza i murales che spuntano su ogni palazzo, mentre sotto di voi qualcuno ride e vi ricorda che la vita è bella e che avete un gelato tra le mani.
Oltre che pizza e gelato, Dalodi è anche griglieria e propone aperitivi e brunch domenicale.
Cosa Dalodi
Dove Via Fanfulla da Lodi 72a, Roma
Tel. 06 69353023
Web www.dalodi.com