“La carbonara è una ricetta americana. Il vino Marsala è stato inventato da mercanti inglesi. Fino a qualche anno fa, l’unico ingrediente obbligatorio dell’amatriciana era la cipolla. I prodotti tipici italiani sono buonissimi, ma la loro storia è una bugia raccontata più o meno a partire dagli anni ’70”. È questa l’introduzione di ogni episodio del podcast DOI – Denominazione di Origine Inventata di Alberto Grandi che racconta quanto poco di vero ci sia nella rinomata tradizione culinaria italiana.
La notizia, sentita così, è vagamente allarmante. Ma quello su cui dobbiamo concentrarci, per non cadere nello sconforto delle nostre convinzioni fatte a pezzetti, è che i prodotti italiani e le ricette iconiche sono davvero un patrimonio dal valore inestimabile, è solo che non hanno una tradizione così antica. Già, perché tutto quello che attualmente abbiamo di così prezioso sulle nostre tavole e tutto quello di cui ci vantiamo nel mondo che riguarda la nostra storia gastronomica, non ha più di 50 anni. Possiamo quindi dire che la cucina italiana ha una tradizione giovane tutt’altro che centenaria (o addirittura millenaria)? Secondo Alberto Grandi la risposta è sì.
Chi è Alberto Grandi?
La persona che si è avventurata in questa strada tortuosa che è lo smontare il mito della tradizione culinaria italiana è un (coraggioso) docente universitario alla facoltà di Storia dell’Alimentazione all’ateneo di Parma nonché autore di due libri: DOI – Denominazione di Origine Inventata e Parla mentre mangi. Entrambi i testi, e in ultimo questo progetto podcast, parlano dello stesso tema che ha lasciato a bocca aperta molti per il suo contenuto così lontano dalla poetica storia dell’antica tradizione gastronomica che ha reso l’Italia famosa nel mondo.
Non si discute sulla qualità dei prodotti né sulle ricette, non si mettono in dubbio abbinamenti vincenti e neanche il genio dei grandi chef. In questo podcast, l’unica amara verità, si basa sul fatto che la gastronomia del Bel Paese non ha più di 55 anni.
Perché la tradizione culinaria italiana è nata negli anni 70?
Prima degli anni ’70 la cucina italiana così come la conosciamo oggi, non era così varia. Il popolo italiano mangiava poco e male e proprio intorno al 1970, primo periodo di arresto sociale e culturale dopo un florido dopoguerra, è stato inventato il mito dell’antica cucina italiana che posava le sue fondamenta tra le tavole rinascimentali o del Medio Evo. È vero che in quei periodi i banchetti erano pantagruelici, ma è anche vero che erano riservati a pochi eletti, mentre la maggior parte degli italiani non apparecchiava neppure la tavola.
Questo fenomeno di invenzione delle tradizioni non è una faccenda nuova ed è tipico delle fasi di passaggio, quelle più complicate per l’economia, per la società e per la cultura. La tendenza è dunque quella di inventarsi tradizioni che diano una nuova identità a un popolo e ai suoi usi sia per impreziosirlo agli occhi dei paesi esteri, sia per creare nuove posizioni lavorative e un generale cambio pelle delle dinamiche sociali.
Alberto Grandi scrive: “La tradizione si può inventare e il passato si può manipolare a uso e consumo del presente”. Questo è successo alla cucina italiana, ci siamo inventati un passato meraviglioso per la necessità di avere delle nuove radici.
Le puntate del podcast DOI - Denominazione di Origine Inventata
Gli episodi del podcast sono 10:
- Il pane e la tavola – Come la lunga storia del pane sia intrecciata con meccanismi religiosi e politici e come la pizza, fino alla metà del secolo scorso, non fosse neanche conosciuta dalla maggior parte degli italiani.
- La breve e triste storia degli antipasti – La tradizione dei famosi antipasti misti all’italiana non ha che una manciata di anni e per trovare gli inventori di questa portata bisogna volare fino alla Francia.
- La pasta – Immigrazione, guerra e industria sono i fattori che hanno portato la pasta a diventare il simbolo italiano nel mondo. Ma per questo dobbiamo riconoscere il fondamentale ruolo dell’America.
- Tortelli, tortellini e riso – Da Boccaccio all’orgoglio tortellinesco passando per il riso che non era il risotto che tanto amiamo oggi.
- La carne e il pesce – La sostanziale differenza tra alimentazione cittadina e alimentazione contadina ha determinato le abitudini alimentari italiane relativamente a carne e pesce.
- I contorni (e la frutta) – Pomodori e Patate sono al centro di questo episodio che svela diversi falsi miti e poi la domanda cruciale di questo podcast: i nostri nonni mangiavano davvero meglio di noi?
- I formaggi – Il vero Parmigiano si fa nel Wisconsin. Questa la verità di Alberto Grandi che lascia a bocca aperta e forse a fronte un po’ corrucciata!
- Il vino – Questa nobile bevanda ha davvero una storia antichissima? In questo episodio si scoprono amare verità sul vino di una volta, sulla birra e sul Marsala.
- Torniamo ai primi…con Luca Cesari – Storico della cucina, critico gastronomico e autore del libro, tradotto in sette lingue, “Storia della pasta in dieci piatti”, racconta in questo episodio come viene vista la famosa tipicità italiana nel mondo.
- Dolci, caffè e ammazzacaffè – Il Tiramisù come prototipo delle ricette italiane, l’importanza della pubblicità nella costruzione della nostra cucina e la vera storia del caffè all’italiana.
Il consiglio è quello di ascoltare attentamente questo podcast che a volte farà riflettere, a volte stupirà e altre ancora lascerà un po’ di amaro in bocca. Ma essere un vero foodie amante della cucina italiana, significa anche questo, comprenderne le reali origini e continuare a farla, a difenderla e ad amarla come merita!