Nl libro, pubblicato finalmente anche in Italia da Giunti Editore e con le fotografie di Per-Anders Jorgensen, lo chef parla non solo del suo successo ristorativo, ma anche del suo percorso, quello che l’ha portato giovanissimo ad abbandonare un luogo molto sicuro e prestigioso come il Noma di René Redzepi, dove era il sous chef.
Temevo la reazione di René, ma le mie paure si rivelarono infondate. Come aveva già fatto in precedenza e come avrebbe continuato a fare anche dopo la fine della nostra collaborazione, mi sorprese. «Sai cosa, non posso nemmeno arrabbiarmi con te» mi disse. "So che il tuo ristorante avrà successo. E non vedo l’ora di vederlo. Buona fortuna."
Ed eccolo il suo Relæ, un modello di ristorante fine diningtotalmente diverso da quelli di impostazione francese. Il libro ne ripercorre la storia, soffermandosi poi sul vero fulcro di tutto, gli ingredienti.
Dal biologico al "km 0" passando per vere e proprio schede dedicate ad ogni prodotto: l’olio extra vergine d’oliva, l’aceto, il vino, l’agnello, il pollo, il topinambur.
Ogni ingrediente viene spiegato e contestualizzato nella cucina del Relae e nelle mani di Christian. Ad esempio sul topinambur:
Per me, il trio formato da topinambur, burro chiarifiato e il tipico olivello spinoso danese, acido e speziato, crea una combinazione di sapori emblematica della cucina nordica, una combinazione che spesso ritroverete nei ristoranti danesi.
Un’opera forse fondamentale per capire l’alta cucina contemporanea, quella che si allontana i formalismi, diventa più pragmatica e basa tutto sulla creatività sia in cucina che in sala.
Trovate il libro Relae sul sito di Giunti Editore.